Regia di Stefano Mordini vedi scheda film
Intrigante giallo, "confezionato" alla Hitchcock.
Adriano Doria, alias Riccardo Scamarcio è un imprenditore di successo. Più che benestante, ha una moglie e una figlia e non si fa mancare neanche un’amante affascinante, Laura,alias Miriam Leone. Una brutta mattina però si ritrova in una camera d'albergo, accanto al corpo senza vita di Laura.Gli inquirenti non rilevano alcun segno di effrazione e nessun’altra impronta al di fuori di quella di Adriano. Ovviamente è immediatamente accusato di omicidio, e dopo aver ottenuto i momentanei "domiciliari"costretto ad assumere una nota penalista, che non ha mai perso una causa in tutta la sua carriera, con la quale deve analizzare i fatti in sole tre ore, prima dell'inizio del processo,tale Virginia Ferrara, Virginia, pretende che Adriano racconti per filo e per segno tutto l'accaduto, non solo ma anche i legami che questa vicenda avrebbe con la scomparsa di Daniele Garri, avvenuta poco tempo prima, di fatto, le storie sono due ma sottilmente intrecciate, i genitori di Daniele mai rassegnati alla perdita del loro adorato figlio entrano in gioco, in sordina. Tuttavia è Virginia a elaborare gli sviluppi della storia, spingendo “l’imputato “a fornire una ricostruzione minuziosa, ma l’impresa è ardua, costui è recalcitrante, spesso cambia versione, in un duello verbale, pieno di bugie, false piste, elementi insignificanti che diventano essenziali e viceversa, la vicenda è ripresa attraverso vari flashback, da punti di vista diversi, ricordando in questo alla lontana “il capitale umano” di Virzì. Un film che si apre, si snoda e si svela infine a mò di scatola cinese, procede secondo le modalità del giallo hitchcockiano e tiene vivo l’interesse per tutta la sua durata, senza cali di ritmo, richiedendo particolare attenzione, a cogliere gli elementi rilevanti, con una lettura, che obbliga a soffermarsi sui dettagli. Sono questi a rendere plausibile e intrigante la storia, a darne il senso e il significato. Il testimone invisibile di Stefano Mordini, è un remake dello spagnolo Contrattempo (2016) di Orion Paulo, ed è una pellicola congegnata in modo raffinato ed elegante, il rifacimento italiano, punta in particolare su uno dei colpi di scena, che rimescola le carte in tavola, in modo sorprendente e geniale, ha una matrice teatrale della messinscena, congeniale all'ottima attrice Maria Paiato che appare sullo sfondo, dirottando l’ attenzione del pubblico, spingendolo a ignorare la verità, che è davanti ai suoi occhi. Un'operazione di cesello che, differenziandosi dall’originale iberico, lavora con precisione chirurgica, appunto sui dettagli, usando una suggestiva fotografia dai colori scuri, un montaggio tensivo e una scenografia appropriata. Discrete le prove di Scamarcio e Leone, ottimo come sempre Bentivoglio, superlativa la Paiato.
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