Regia di Irvin Kershner vedi scheda film
Da un soggetto di John Carpenter un thriller psicologico non straordinario ma con alcuni brividi autentici. L'ambientazione nel caos di New York e nel patinato mondo della moda più trasgressiva è azzeccato; la Dunaway già sfiorita è sempre affascinante e offre una prestazione convincente ma il vero punto debole è il finale: dopo aver seminato dubbi su tutti i personaggi circa l'identità del colpevole, la soluzione finale è deludentissima: la più prevedibile ma anche la più inverosimile.
bella con la splendida "Prisoner" di Barbra Streisand.
Il finale risaputo e deludente.
Brava; il genere drammatico è la sua casa, sempre convincente quando deve incarnare donne sofferte, vulnerabili e dai forti conflitti interiori, convincente anche quando frequenta le strade del thriller. Bellissima anche sfiorita: un raro esempio di come il fascino non abbia età, all'epoca aveva 37 anni e ne dimostrava almeno 5 in più eppure riesce ad essere splendida con i suoi lineamenti duri, gli intensi occhi verdi e le turgide labbra. La rossa chioma vaporosa fa molto anni '70 e le dona.
Bravo anche se forse esagera un po' nel finale quando emerge la sua reale natura schizoide.
Sempre convincente in ruoli di squilibrato.
Un cameo non molto significativo.
Kershner azzecca un'atmosfera inquietante che pervade tutto il film.
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