Regia di Philippe Leriche vedi scheda film
Luoghi comuni, paesaggi da cartolina e moralismi politicamente corretti non mancano in questo film, ma sono difetti che si fanno perdonare grazie alla suggestiva ambientazione nella Francia rurale degli anni ’60, ad una recitazione misurata e spontanea da parte dei protagonisti, nonché ad un coinvolgente ritmo narrativo. Benché già diciottenne, Benoît Magimel riesce ad essere assai credibile nella parte del quindicenne alle prese con le prime emozioni amorose e soprattutto ad un passo dal primo rapporto sessuale, esperienza che paventa più che desiderare. Altrettanto ben tratteggiati sono i rapporti conflittuali con un padre anaffettivo, una madre che ostenta più che provare amore per il figlio, una nonna che di fatto sostituisce la figura materna e un nonno estroverso quanto saggio nell’accompagnare il nipote verso la nuova fase di vita che lo attende. Quest’ultimo è incarnato da Charles Aznavour, perfettamente a suo agio nel ruolo del nonno che ognuno di noi avrebbe voluto avere. Il racconto è privo di colpi di scena, fatta eccezione per l’improvvisa scomparsa della madre verso la fine del film, ma fila via in modo scorrevole, evitando i toni retorici che, in una vicenda di questo genere, sono sempre dietro l’angolo.
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