Regia di Stefano Anselmi vedi scheda film
Due amici aprono un ristorante vegetariano, ma si trovano costretti a convertirlo in bisteccheria per ottenere le simpatie di un noto critico di cucina. Gag a profusione.
Un anno dopo l’esordio da protagonisti con la pellicola televisiva (produzione Sky) Innamorati di me, tornano Nunzio e Paolo, questa volta sul grande schermo, con un vero e proprio film tutto loro. Ma chi sono esattamente Nunzio Fabrizio Rotondo e Paolo Vita? Bella domanda. Ex vj di tv locali, ex conduttori radiofonici, comparse in Papà dice messa (Renato Pozzetto, 1996), entrambi sulla cinquantina; l’età giusta per il cinema italiano – specialmente la commedia – di questi anni, che sembra oramai interessato solamente a storie con personaggi di questa generazione. Non è vero ma ci credo, titolo identico o quasi a quello di una commedia di Peppino De Filippo trasformata in pellicola da Sergio Grieco nel 1952 (era Non è vero… ma ci credo, in quel caso), è un filmettino striminzito che insegue con piglio ridanciano le mode alimentari del momento, sia quella del vegetarianismo che quella della critica culinaria, cercando di ammassare quanto più materiale comico possibile sulle spalle di due interpreti non eccellenti con un contorno di caratteristi fra i quali, invece, spiccano volti degni di nota. Il risultato è naturalmente un po’ raffazzonato, superficiale dal punto di vista della logica e facilotto. Sceneggiatura dei due protagonisti e di Andrea Lolli; confezione dignitosissima grazie alla fotografia di Claudio Zamarion, al montaggio di Vittorio Torre e alla regia di Stefano Anselmi, al debutto in sala, ma già più volte assistente alla regia di produzioni tv. Altri interpreti: Maurizio Mattioli, Loredana Cannata, Micol Azzurro, Elisa Di Eusanio, Yari Gugliucci. 3,5/10.
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