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San Michele aveva un gallo

Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film

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La recensione su San Michele aveva un gallo

di Peppe Comune
8 stelle

Giulio Minieri (Giulio Brogi), “ex possidente, laureando e di professione gelataio”, è a capo di un gruppo di internazionalisti il cui scopo principale è quello di sensibilizzare alla causa rivoluzionaria le masse di contadini che popolano le campagne. La polizia li conosce come “gruppo Pisacane”, noto per l’attuazione della “strategia del fatto”, consistente nella concreta attuazione di piccoli e grandi gesti insurrezionali. In uno di queste azioni temerarie, Giulio Minieri viene arrestato. L’iniziale condanna a morte viene tramutata nel carcere a vita. Qui non cessa di riflettere sulla strategia più utile da applicare al fine rivoluzionario, non mostra nessun cedimento, sempre concentrato e sempre pronto a riprendere la lotta. Dopo dieci anni di isolamento, Giulio Minieri viene fatto uscire perché deve essere condotto in un altro carcere. Durante il lungo viaggio in laguna a bordo di una barca, ha modo di conoscere altri detenuti politici. Da questi ha modo di apprendere la sorte dei suoi compagni e le mutate strategie di lotta messe in pratica dai giovani socialisti.

 

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San Michele aveva un gallo - Giulio Brogi

 

Tutta la prima parte della carriera cinematografica dei fratelli Taviani (che io faccio idealmente concludere con “Kaos”), è caratterizzata da un viaggio lungo le tappe fondamentali della storia italiana (dal risorgimento al movimentismo sessantottino, passando per la resistenza e lo strapotere della mafia) secondo uno stile che alterna i fatti storici all’afflato poetico che li investe, l’aderenza alla realtà storica con una caratterizzazione spesso allegorica della stessa. L’intenzione è sempre quella di offrire un quadro di riferimento possibile per valutare la nostracontemporaneità attraverso quelle vicende storiche che possono fungervi da premesse essenziali, per scorgervi in esse la matrice remota di taluni caratteri nazionali, e quando riescono ad equilibrare a dovere le personali istanze ideologiche e la passione sentimentale che ne dirige lo sguardo con un obiettiva, seppur parziale, ricognizione dei fatti, sono quasi sempre giunti a dei risultati ottimali. Nell’ottica di siffatta poetica, “San Michele aveva un gallo” (ispirata alla novella “Il divino e l’umano” di Lev Tolstoj), per l’utilizzo verosimile dei fatti storici e per il rigore stilistico applicato alla messinscena, è uno degli esiti più riusciti della loro filmografia. Giulio Minieri, con la sua fede incrollabile nell’ideale rivoluzionario e la capacità di resistere all’usura intellettuale procurata dall’isolazionismo carcerario, incarna tanto l’ispirazione socialista di combattere per la rimozione di quegli ostacoli di diversa natura che di fatto impediscono la costruzione di una società più giusta e libera, quanto l’endemico problema della sinistra italiana di superare i laceranti contrasti interni e di far corrispondere all’enunciazione teorica una prassi adeguata al momento storico. L’isolazionismo forzato a cui è sottoposto, quello che non può fargli capire che non sono più i contadini a costituire quella base sociale per il nome della quale perorare la causa rivoluzionaria ma la massa di “neoproletari” prodotti dalle nuove esigenze della rivoluzione industriale e che quindi assai mutate risultano le strategie di lotta da intraprendere, è lo stesso che ha prodotto un sostanziale scollegamento strutturale tra la sinistra istituzionale e le istanze di cambiamento provenienti dalla natura dinamica della sua base sociale. Giulio Minieri è l’Anarchismo esautorato poco alla volta dal Marxismo, la passione utopica scavalcata dall’analisi scientifica della società, la probabilità di una rivoluzione da costruire giorno per giorno superata da un idea di rivoluzione concepita in termini di necessità. I Taviani investono naturalmente tanto sulla condizione esistenziale di questo irriducibile sognatore, un uomo che pensa continuamente ad una rivoluzione futuribile quando il presente che gli sta cambiando sotto i piedi lo ha già consegnato all’esperienza trascorsa di un passato buono solo da ricordare. Come una vecchia filastrocca che si canta all’occorrenza per esorcizzare la paura della solitudine. Giulio Minieri è uno straordinario Giulio Brogi, corpo e anima di un idealista romantico.

 

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