Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Mi sono avvicinato al "San Michele aveva un gallo" dei fratelli Taviani con aspettative alte, poiché una parte della critica ne parla come di un capolavoro o di una delle loro prove più alte; a mio parere si tratta di un ottimo film, molto segnato dal dato ideologico/politico, valido ancora oggi per molti aspetti, ma leggermente invecchiato per altri.
I due fratelli registi, attraverso la storia di tale Giulio Manieri, anarchico internazionalista che dopo un fallito tentativo di sabotaggio in un piccolo centro passa un periodo di dieci anni in carcere, riflettono sulla crisi di ideali rivoluzionari troppo scollati da una realtà sempre mutevole, come era accaduto alla Sinistra italiana dopo l'ondata sessantottina. La riflessione ideologica è certamente interessante e permette anche di cogliere una critica ficcante ad utopie socialiste che nella realtà sono sempre state applicate male, tanto da deludere chi aveva sinceramente anelato ad un mondo migliore attraverso di esse; il film in quanto tale è una sorta di scommessa, poiché si tratta di un'opera che rifugge dallo spettacolo, concentrandosi su un itinerario interiore, itinerario dove però l'azione è assai ridotta e molte scene si risolvono in dialoghi o monologhi, con una verbosità che è stata riconosciuta da parecchi spettatori e che in alcuni momenti finisce per pesare. A mio parere una delle scene più belle e originali è il dialogo immaginario di Giulio con i suoi compagni anarchici, dove l'attore Brogi è davvero straordinario nell'interpretare tutte le parti; la parte carceraria è probabilmente il momento più rigoroso e intenso del film, che però nella parte finale del confronto con i giovani anarchici che lo irridono finisce per perdere qualcosa della forza delle sequenze migliori e ripiegare su un confronto un po' didascalico, fino ad un finale che ad un certo punto non è difficile prevedere.
Ribadisco che Giulio Brogi offre una performance notevole, tanto da reggere il film quasi interamente sulle proprie spalle, visto che gli altri attori hanno ruoli meramente di contorno; a mio parere questo "San Michele" resta un ottimo esempio della prima maniera dei Taviani, ma non allo stesso livello dei loro capolavori "La notte di San Lorenzo" e "Padre padrone".
Voto 8/10
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