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La città dei mostri

Regia di Roger Corman vedi scheda film

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La recensione su La città dei mostri

di giurista81
6 stelle

Classico della filmografia horror degli anni '60, con un Roger Corman che dimostra un grande gusto per le scenografie (influenzerà, in questo, registi come Lucio Fulci e Mario Bava). Il film, infatti, è impreziosito da scenari in cui dominano spesse nebbie e rami spogli.
Per quanto riguarda il soggetto, siamo alle prese con un gotico con tutti i pregi (l'atmosfera cupa e tenebrosa) e i difetti (la lentezza del ritmo e i telefonati sviluppi narrativi) tipici di questo filone cinematografico. Abbiamo l'immancabile castello, le presenze demoniache (nella fattispecie costituite da esseri deformi nati dall'accoppiamento tra gli Antichi e gli umani) e le donzelle che cadono vittime del "cattivo" di turno. Curiosi gli espliciti omaggi a Lovecraft (il protagonista si chiama Dexter Ward; vengono citati il Necronomicon e gli Antichi) che offrono qualcosa in più, rispetto ai tradizionali gotici, allo spettatore che vede il film soltanto adesso.
Carente il make up (i deformi indossano, visibilmente, guanti e maschere in lattice).
Maiuscolo, come al solito, Vincent Price, onesti tutti gli altri.
Buona la regia di Corman (per l'epoca, è un film senz'altro sinistro), idem la fotografia.
Da segnalare la scena in cui Ward e sua moglie si imbattono, per la prima volta, con i cittadini deformi (sarà citata da Bianchini per il suo "Custodes Bestiae"
In definitiva, un'opera che risente molto dello scorrere deglo anni e che potrebbe, anche per questo, non esaltare lo spettatore avvezzo a certi tipi di film (non c'è molta originalità, almeno se non si considera l'anno di uscita dell'opera). Voto d'epoca: 7.5. Voto al 2010: 6+ 

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