Regia di James Gray vedi scheda film
Film pretenzioso.
Voleva essere più spettacolare di Interstellar.
Più distopico ed al cardiopalma di Gravity.
Invece abbiamo un polpettone farcito di implicazioni psicologiche dal valore del 2 di picche.
Il mondo si affida, ma non si fida, dell'astronauta che deve convincere (si legge uccidere) il padre: che è ormai in pensione da decenni in orbita.
Pirati che saltano fuori da chissà dove, ne più e ne meno come i barchini che assaltano navi mercantili davanti alle coste africane.
Un equipaggio di allegroni, che poi improvvisamente perde la capacità di sorridere, con un pilota che va in crisi per un atterraggio d'emergenza: ma tant'è, saranno loro a partire in missione per salvare il mondo.
Il nostro protagonista che nuota in un lago sotterraneo (sotto ad una rampa di lancio?) e con scioltezza entra (?) nel razzo in partenza.
Del resto è stato più facile che imbucarsi nel pranzo matrimoniale di qualcuno bel quartiere.
Un paparino per niente preoccupato, per niente patito, per niente interessato, che improvvisamente (dopo solo qualche decennio) esce dal suo attico in orbita e...decide che è tempo di morire (cit. Blade Runner, spero di non essere maledetto per tale accostamento).
Un rientro all'astronave madre con l'ausilio di uno scudo.
Come un cavaliere templare.
Poco carburante per il rientro, ma non allarmiamoci: ci aiuterà la spinta dell'esplosione atomica.
Un vero disastro.
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