Regia di Steve Buscemi vedi scheda film
Un ritratto di perdenti nella periferia newyorkese.Buttano quasi snza volerlo la propria vita su un bancone da bar a bere ,chiacchierare e a ubriacarsi.L'esordio dietro la macchina da presa di Steve Buscemi,feticcio di molti film di Tarantino è perlomeno sorprendente.E'un cinema di facce,di parole e di sconfitte,uno sguardo acido su un umanità che non riesce a stare dietro alle sue contraddizioni,in un mondo che va a velocità doppia.Un cinema di parole in libertà che ha poco di Tarantino e molto di Cassavetes di Jarmusch e perchè no anche di Wayne Wang e del suo Smoke.Buscemi racconta piccole storie e lo fa con rigore senza ipocrisie e senza fornire giustificazioni ai suoi personaggi.Emblematico il personaggio che ha ritagliato per se stesso:quello del meccanico disoccupato Tommy capace di fare sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato,con una storia sentimentale finita di recente,una sinistra tendenza a portarsi donne sconosciute in casa e con nessun tipo di prospettiva per la propria vita se non ha il coraggio di fermarsi e riordinare tutto.Un analisi impietosa di un microcosmo poco poetico e molto caotico,fiumi di parole,fumi d'erba e d'alcool che forse permettono di vedere poi le cose da una prospettiva diversa,forse migliore.La sua regia è poco formale e molto di sostanza senza vezzi autoriali,ha un aria molto da cinema indipendente ma forse senza neanche volerlo.A Buscemi interessa raccontare una fetta di mondo,forse la sua fetta di mondo in cui non è più possibile sognare ma solo continuare a sopravvivere.Cercando solo di limitare i danni,gettando la maschera e mettendo in piazza i propri fallimenti.....
regia che sorprende per stile e pulizia
la faccia giusta al posto giusto
bravo sia davanti che dietro la macchina da presa
ok
acerba
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