Regia di Mauro Cappelloni vedi scheda film
Gian Luigi è uno yuppie fatto e finito: sulla trentina, piacente, pieno di belle ragazze, ricco di famiglia e amante del lusso e dell'ostentazione; di cosa si occupa, però, non è chiaro forse nemmeno a lui. E quando i traffici di denaro con la Svizzera che Gian Luigi compie finiscono nel mirino di una sventolona, giornalista d'assalto affamata di scandali finanziari, tutto è destinato a crollare.
Mauro Cappelloni, ai più, è un nome che non dice alcunchè; giusto così, perchè anche la sola visione di questa sua pellicola d'esordio come regista spiega tutte le ragioni del suo insuccesso. Priva di ritmo, con un cast mediocre e una recitazione, conseguentemente, mediamente discutibile, vittima di una storia imbastita su luoghi comuni e imprecisioni: Il decisionista è sostanzialmente un filmetto riservato a un pubblico distratto, che non cerca emozioni e chiede anzi trame lineari, semplici a seguirsi, un lavoro dedicato forse agli appassionati di Maria Grazia Cucinotta (resa celebre da Il postino, tre anni prima), forse ai fans di Sergio Cammariere, qui impegnato in una delle sue primissime colonne sonore cinematografiche (peraltro un commento musicale debitamente privo di incisività). E dire che Cappelloni era stato a lungo assistente di Mauro Bolognini e, in seguito, anche di Lizzani, Nuti, Marco Risi; eppure Il decisionista sembra volersi proporre come un ritratto amaro dell'Italia degli anni di Tangentopoli, ma finisce per descrivere lo scellerato mondo degli yuppies del precedente decennio, pure in maniera blanda, leggerina. Accanto alla citata Cucinotta e al protagonista maschile Gianmarco Tognazzi troviamo, fra gli altri, Marino Masè, Antonio Cantafora, Luca Lionello (figlio di Oreste); ai parenti anche il montaggio, accreditato a Patrizio Cappelloni. 2/10.
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