Regia di John Frankenheimer vedi scheda film
Dimenticabile
Due boss mafiosi, Frank Kelly (O'Brien) e Big Eddie (Dillman) si contendono il controllo della città in cui operano. La lotta si fa senza quartiere e Kelly assolda Harry Crown (Harris), killer astuto e temibile, il quale dovrà vedersela con gli scagnozzi di Big Eddie, capeggiati dal truce Marvin Zuckerman (Connors), con il quale Crown ha vecchi conti da regolare.
Gli anni sessanta furono un periodo d'oro per John Frankenheimer: a questo decennio risalgono infatti gran parte delle opere migliori di questo talentuoso regista (basti pensare a "L'uomo di Alcatraz", "Sette giorni a maggio" ed "Il treno" ad esempio).
I risultati raggiunti invece da Frankenheimer negli anni settanta furono di gran lunga meno brillanti, e indubbiamente "Attento sicario: Crown è in caccia" andrebbe inserito tra le prove meno convincenti di questo regista.
A metà strada tra il gangster-movie e i i film di spionaggio, ma contraddistinto da bizzarrie kitsch totalmente estranee ad entrambi i generi, "99 and 44/100% Dead" è una pellicola di difficile classificazione. Quello che è certo è che Frankenheimer, indeciso riguardo al registro da adottare, non riesce a gestire in maniera coerente la vicenda: colpa anche del pessimo copione di Robert Dillon, pieno di dialoghi il più delle volte insulsi e in ultima analisi privo del mordente che una pellicola del genere richiederebbe.
Il cast funziona solo in parte: Edmond O'Brien (alla sua ultima apparizione cinematografica) e Chuck Connors sono una garanzia, ma Richard Harris (stranamente sottotono) non sembra molto convinto, mentre Bradford Dillman è completamente a briglia sciolta. All'attivo restano soltanto alcune sequenze, come l'incipit nel fiume e la presentazione del killer interpretato da Connors, caratterizzate dalla giusta dose di humour nero, nonché il lusso della confezione (la bella fotografia è di Ralph Woolsey, l'orecchiabile tema musicale di Henry Mancini).
"Attento sicario: Crown è in caccia" ha avuto poca circolazione all'epoca e ad oggi è quasi del tutto introvabile; incomprensibile l'entusiasmo di alcuni critici (tra i quali Mereghetti) verso tale pellicola, che probabilmente rimane niente più che un film sconclusionato, un vero e proprio scivolone nella carriera di un regista notevole come Frankenheimer.
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