Regia di Francesco Mirabelli vedi scheda film
La pellicola presenta una suggestiva location tra una villa, la campagna adiacente e il sottosuolo… già, un luogo quest’ultimo che avrà un ruolo determinante nello sviluppo dell’intrigante trama.
Onestamente sulla storia del film preferiamo non svelarvi altro, perché pensiamo che con la piega originale che, ad un certo punto, prende il racconto rischieremmo di rovinarvi le molte gustose sorprese che cominciano poi ad arrivare una dietro l’altra per giungere ad un enigmatico finale.
Al massimo possiamo dirvi che, almeno quella è l’impressione che ho avuto io, questo film ricorda molto lo stile (pur avendone Francesco Mirabelli uno personale nuovo ed originale) del maestro Pupi Avati, si respira l’aria che permeava leggendo la serie dei “Mysteri italiani”, un ciclo di albi usciti nella seconda metà degli anni ’90 per la serie regolare del fumetto Martin Mystere, e soprattutto il lavoro di un celebre scrittore americano (citato appunto da una didascalia a fine pellicola) del cui nome a farlo rischieremmo di spammare troppo.
Un mistero inquietante ben diretto (scritto, tra gli altri, anche da Francesco Basso e Stefano Ricciardi) ed interpretato (l’attrice principale è la Crisula Stafida già vista nel TULPA di Federico Zampaglione), orchestrato dalle musiche di un sempre grande Claudio Simonetti.
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