Regia di Shin'ichirô Ueda vedi scheda film
Non avrei mai pensato che un extra, un making of facesse tanto clamore! Perché di questo stiamo parlando. Ha fatto sfracelli in patria, osannato al Faer East di Udine e al Tohorror film festival, insomma in ogni dove. Zombie contro zombie parte con un lungo piano sequenza, 36 minuti, di una troup cinematografica intenta a girare un film sugli zombie. Arrivano poi quelli veri (così pare). Dopodiché viene mostrato come si è realizzato questo lungo piano sequenza. Idea piccola ma geniale. Bene. E dopo? Se l’intento è quello di mostrare amore per il cinema, ci sono riusciti, bravi; ma il film dov’è? Molti per non dire tutti ci stanno vedendo/scrivendo/filosofeggiando cose che non esistono. E’ il tempo. Quello della carestia cinematografica. E bastano degli esordienti con una idea low budget amanti del cinema a scuotere il genere?
Mi vengono in mente scritture, solchi scritti sulla roccia della storia del cinema: La notte dei morti viventi di Romero, girato con gli amici del villaggio. Non aprite quella porta di Tobe Hooper, Le colline hanno gli occhi di Craven, Dark star/Distretto 13/Halloween di Carpenter, e potrei continuare …
Dal Giappone arrivava in Europa nel 65 (!), 55 anni fa(!), uno dei migliori horror della storia del cinema: Kwaidan. Oggi ci arriva questo One cut of the zombie ed è il delirio! Io credo che il pubblico sia cresciuto, quello di oggi, adattato amalgamato, quello di ieri, alla nuova distorta visione di questo cinema vuoto, che non scrive o riscrive nulla, che è tutto derivato, senza idee, senza un minimo di carisma celluloide e basta un’idea piccola da mandare tutti in visibilio. Alle elementari, quando la mia maestra dava una sufficienza, nessuno faceva i salti di gioia.
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