Regia di Drew Goddard vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA ROMA 2018
Goddard scimmiotta Coen e Tarantino, ci azzecca abbastanza con musica e fotografia, assai meno con la sceneggiatura ed il plot.
Tant'è che la scena migliore di questi “sette sconosciuti” rimane quella pre titoli di testa, che suscita e predispone a promettenti aspettative.
Invece ci si dipana con molte pretese, troppe imprecisioni e un sacco di lungaggini mal sostenute dalle chiacchiere, con presunte personalità annacquate e assolutamente poco intriganti e meccanismi che si incartano tra loro senza neanche - a ben prendere le misure - gli esatti tempi.
Dei sette sconosciuti alla fine salvo a malapena Jeff Bridges, che offre uno spicchio di carattere semi convincente, gli altri sono sommersi dal proprio ruolo che in tanti casi serve solo a sviare e ad alzare quella polvere che, nonostante la pioggia continua, rimane lì come pulviscolo fastidioso.
A far storcere e prudere il naso in chiunque tenti di capire cosa-cerca-chi, di scavare il personaggio, di farsi abbindolare dalla storia - perché no - affinché i cerchi si chiudano e i nodi vengano ad un qualsiasi pettine.
Certo Goddard alza le mani per primo, e cita lui stesso i Maestri cui rifila il verso per oltre due ore, ma non è certo un alibi, se poi l’ambizione frana nel raffazzonamento.
Bad times caro Goddard...bad times davvero..
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