Trama
Sette sconosciuti, ognuno con un segreto da seppellire, si incontrano al El Royale, un fatiscente hotel dall'oscuro passato sul lago Lahoe. Nel corso di una fatidica notte, tutti avranno un'ultima occasione di redenzione prima che tutto vada all'inferno.
Approfondimento
7 SCONOSCIUTI A EL ROYALE: UNA LUNGA E FATIDICA NOTTE
Diretto e sceneggiato da Drew Goddard, 7 sconosciuti a El Royale racconta la storia di sette personaggi che, molto diversi tra loro ma accomunati dall'essere delle anime perse, che giungono a El Royale, un resort un tempo glorioso ma con il passare degli anni caduto in rovina. Siamo nel gennaio del 1969, Richard Nixon è stato appena eletto 37° presidente degli Stati Uniti e un nuovo decennio appare all'orizzonte. Situato tra la California e il Nevada, l'El Royale si trova a cavallo tra due mondi in rotta di collisione, tra il passato e il presente. In punto nevralgico di Tahoe, ha ospitato celebrità e politici famosi, che arrivavano perché ispirati dal casinò, dal bar, dai bungalow e dalla piscina del resort. In una hall in cui lo splendore di una volta è solamente un ricordo e le spensierate risate si sono trasformate in silenzio, si avvicendano padre Daniel Flynn, la cantante soul Darlene Sweet, l'hippie Emily Summerspring, sua sorella Rose, il manager Miles Miller e l'enigmatico Billy Lee. Nel corso di una lunga e fatidica notte, tutti avranno l'ultima possibilità della loro vita prima che sia troppo tardi.
Con la direzione della fotografia di Seamus McGarvey, le scenografie di Martin Whist, i costumi di Danny Glicker e le musiche di Michael Giacchino, 7 sconosciuti a El Royale viene così raccontato da Goddard: "7 sconosciuti a El Royale è un film che ho scritto per me stesso. Stavo lavorando su alcuni progetti a grosso budget che prevedevano molti effetti speciali visivi e complicati. Non ne potevo più e, dopo essermi lamentato con mia moglie, dissi scherzando che il mio prossimo progetto sarebbe stato un film con al centro un gruppo di attori che parlano in una stanza. La battuta ben presto si è trasformata in sfida e ho cominciato a costruire una storia in cui diverse persone si relazionano all'interno di uno spazio ristretto. Come rendere il tutto interessante? Come si può evolvere una situazione quando tutto avviene sempre nello stesso posto? Come far susseguire gli eventi? Queste domande mi hanno reso difficile la scrittura ma anche piuttosto divertente.
Ho scelto come ambientazione un hotel per una semplice ragione: adoro gli alberghi, posti dove la gente si riunisce per un brevissimo periodo di tempo e per ragioni disparate, facendo incontri spesso imprevedibili. Volevo soffermarmi sull'idea di come una notte in albergo possa cambiare la vita di tutti. Per scrivere la sceneggiatura, mi sono chiuso in una camera d'albergo e ho scritto solo ciò che avrei voluto vedere poi in un film. Ho una passione sfrenata per i film noir, per i gialli e per quei classici all star in cui non sai mai chi sia il vero protagonista. Ho riunito tutti questi elementi in 7 sconosciuti a El Royale. Svolgendosi negli anni Sessanta, i personaggi si muovono in un clima di sensualità, calore e voglia di far festa, ma nascondono dietro le apparenze quella paranoia tipica del periodo. L'El Royale non esiste realmente ma è frutto della mia immaginazione. Il fatto che sia situato tra California e Nevada non è casuale. Funge semmai da metafora: da un lato, c'è la terra del calore e del sole, dall'altro quella delle speranze e delle opportunità con i suoi casinò (che, nel bene o nel male, cambiano tutti coloro che vi entrano)".
Il cast
A dirigere 7 sconosciuti a El Royale è Drew Goddard, regista, sceneggiatore e produttore statunitense. Nato nel 1975 a Los Alamos, Goddard ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo come sceneggiatore di serie televisive, muovendosi da Buffy l'ammazzavampiri a Angel, lavorando anche a progetti come Lost e… Vedi tutto
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Commenti (16) vedi tutti
Tarantinata con poco senso logico, è quasi costantemente lentissimo, poi c'è un evento folle per poi ritornare nel torpore sino alla successiva follia. E' così in loop. Il finale è carino, ma poco di più. Mediocre
commento di GARIBALDI1975Parte atrocemente lento (nonostante i buoni sforzi di Jon Hamm), poi accelera visibilmente e diventa interessante, ma con troppi passaggi a vuoto e troppi elementi buttati lì senza motivo e senza seguito. Finale non proprio convincente. Tante cose buone, annacquate però da difetti evidenti. Sufficiente nulla più.
commento di silviodifedeMi è piaciuto molto. Un misto tra suspance e curiosità sul come andrà a finire. Bravi tutti.
commento di Aiace68The hateful seven ....
leggi la recensione completa di daniele64La brutta copia di The hateful height, solo con una sceneggiatura più scialba, più raffazzonata, più noiosa. Insomma, più brutta in tutto.
commento di OssFosse di Tarantino sarebbe un Tarantino minore, comunque non è male.
leggi la recensione completa di tobanisFilm dal vorrei ma non posso . Ottima la colonna sonora sempre bravo Jeff Bridges . Per il resto direi banale soprattutto la parte in cui compare il Manson della situazione con tanto di comune dove la violenza dilaga e la pazzia esplode . Peccato voto 5
commento di FrranciGoddard gioca a fare un po' il Rodriguez e il Tarantino e, tecnicamente, lo sa fare molto bene. l'unico grosso problema è che, al contrario degli altri due, si prende troppo sul serio. un film del genere senza almeno un pizzico d'umorismo non può che naufragare nel vuoto autocompiacimento e nell'esercizio di stile fine a sé stesso.
commento di giovenostaPoteva venir fuori un piccolo capolavoro thriller-pulp alla tarantino, con maggiori colpi di scena e un po più drama e azione, visto i presupposti dell'introduzione...la fotografia, la recitazione ed il montaggio più che buoni, e invece resta un film da 6 e mezzo. Come un piatto con gli ingredienti giusti a cui manca il sale. Ottime le musiche
commento di The_voice_of_TruthOttimo dal punto di vista tecnico e buona prova del cast.La prima parte del film ha una buona costruzione, con vari stratagemmi narrativi, ma nella seconda si perde nella risoluzione del tutto.20 min in meno forse avrebbero giovato.Reminescenze "Coeniane".Voto 7/7.5
commento di ange88Divertito e divertente.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiA colpire è innanzitutto l’estro registico di Goddard, così come il gusto pulp. L’autore procede per allegorie: l’estrema stilizzazione dei personaggi dà modo al regista di capovolgere gli intenti utopistici delle contestazioni giovanili del sessantotto.
leggi la recensione completa di MalpasoBad Times at the El Royale è più che godibile per un'ora abbondante, ma taglia il traguardo delle 2 ore e venti con il fiato corto, vittima di un meccanismo che affascina ma alla lunga sfianca e di una sceneggiatura che, seppur puntuale nel suggerire domande per poi dare risposte spiazzanti, ha il difetto di giocarsi troppo presto le carte migliori
leggi la recensione completa di pazuzuUna prima parte avvincente seguita da una seconda parte meno riuscita. Zero umorismo, un po' di dramma ed è troppo lungo. Ma ottima regia e ottime interpretazioni.
leggi la recensione completa di mgcgioFESTA DEL CINEMA ROMA 2018
leggi la recensione completa di LAMPURAd un inizio scoppiettante, che fa pregustare un viaggio sulle montagne russe del noir e della commedia nera, segue purtroppo una parabola discendente fino ad finale noioso ed imbarazzante. Un'eccessiva lunghezza e l’incapacità di portare a compimento i tanti fronti aperti sono all'origine di una deludente occasione sprecata.
leggi la recensione completa di port cros