Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Il giocatore professionista Stubby, la prostituta incinta Bunny, l'alcolizzato Clem ed il nero Bud si trovano insieme in cella nella notte in cui una banda di ignoti giustizieri, resi non riconoscibili dai cappucci, giunge in un villaggio del West con lo scopo di fare "pulizia" di vizio e malaffare, e compie un massacro. I quattro sono messi in salvo dallo sceriffo - d'accordo con i "giustizieri" - , previa sottrazione di tutti gli averi del gambler. A bordo di un carro, l'improvvisata comunità si mette in viaggio in direzione di un altro centro abitato, che però non raggiungerà tutta intera, a causa delle molte insidie del percorso, non ultima l'incontro con il sanguinario brigante messicano Chaco. Il West di Lucio Fulci è una terra senza legge, costellata di piccole comunità, ognuna con un proprio stile di vita, falcidiata dalle asperità della natura e dalla crudeltà umana. I protagonisti del film sono persone ai margini, prive di speranza; il conclamato baro Stubby, guida un uomo disposto a subire qualunque umiliazione pur di avere dell'alcool, una prostituta vittima di un prevedbile "incidente" sul lavoro, un nero la cui mente vacilla ogni giorno di più. In un racconto d'altri tempi, volto a celebrare la conquista del West, probabilmente i membri del gruppo, nonostante le loro caratteristiche limitanti avrebbe trovato la loro collocazione in una società in via di formazione. Ma il quadro tratteggiato da Lucio Fulci è ben diversa; nel suo West prevale la "legge del più forte", sia esso uno sceriffo con un senso della giustizia tutto suo, uno spregiudicato ladrone messicano, o, più semplicemente, le asperità della natura e la malasorte. C'è anche spazio per la pietà; ll figlioletto di Bunny, chiamato Lucky, nasce in un villaggio popolato esclusivamente da uomini, rudi minatori che s'inteneriscono nel vedere il bimbo appena nato e, morta la madre di parto, scelgono di adottarlo. Ma il West è una terra per uomini duri e senza scrupoli, tutto tranne che eroi; il film si conclude mostrando la vendetta di Stubby, che uccide a tradimento Chaco ed i suoi uomini. Un epilogo che, benchè possa lasciare l'amaro in bocca, è coerente con la visione del regista. Il ritmo è irregolare; tra un incontro e/o disavventura e l'altro/a, ci sono momenti di tranquillità, riempiti dai brani dell'interessante colonna sonora. A tratti, la narrazione è ironica, ma non mancano momenti macabri, sequenze crude e/o al limite dello splatter. Il livello della recitazione è buono; gli attori rendono bene i "disagi" del personaggio che interpretano. Ho apprezzato Fabio Testi (Stubby) e Lynne Frederick (Bunny). Di rilievo la presenza di Tomas Milian, per l'occasione barbuto, nel ruolo di Chaco. Sono rimasto un po' sorpreso dalla visione, poichè mi aspettavo un film vivace e scoppiettante, benchè crudo, nella tradizione degli spaghetti western. Il film ha tempi più lenti; la fotografia è concentrata sulla desolazione del paesaggio, la povertà dei villaggi e dei loro abitanti, sguardi di personaggi senza speranza, vittime delle loro stesse illusioni. Profondamente pessimista ... ma apprezzo la coerenza.
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