Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Durante gli anni settanta il genere spaghetti western stava vivendo un periodo di lento declino, tuttavia durante tale periodo non mancarono alcuni titoli interessanti, nella maggior parte dei casi si trattava di pellicole che abbandonavano gli stilemi classici dello spaghetti western proponendo qualcosa di atipico. Lucio Fulci all'interno di un contesto tipicamente western trapianta quella che può considerarsi la struttura tipica di un road movie, la vicenda narra infatti del rocambolesco viaggio attraverso il deserto di un baro professionista (Fabio Testi), una giovane prostituta (Lynne Frederick), un uomo di colore completamente folle (Harry Baird), ed un alcolizzato cronico (Micheal J. Pollard).
Le scene di violenza all'interno della pellicola strizzano l'occhio allo splatter arrivando a risultare piuttosto estreme, a smorzare l'eccesso di violenza non mancano tuttavia situazioni intrise di leggera ironia, lo spettatore rimane inaspettatamente colpito dalla delicatezza di alcuni momenti dai toni decisamente drammatici, che sembrano quasi virare verso il melodramma, momenti che riescono nell'intento di risultare particolarmente toccanti.
Degno di menzione un Tomas Milian dal look decisamente hippie che porta sullo schermo, il crudelissimo personaggio di un cinico e spietato assassino. Uno spaghetti western atipico, dove l'elemento più evidente del genere western, rimane perlopiù quello delle ambientazioni.
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