Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Non il migliore Tarantino, ma un buon Tarantino, il che vuole dire che comunque questo film è meglio del 90% di tutta la roba che c'è in circolazione
Durante questo lunghissimo film mi chiedevo spesso, boh, ma che senso ha questo film? Perché si seguono le vicende di questo attore un tantino alla frutta (Di Caprio, una garanzia) e del suo simpatico stuntman (Brad Pitt, in una parte fighissima)? In definitiva, chi se ne frega di questi due? Ok, ho capito che sullo sfondo c’è la strage operata dalla family dei seguaci di Charles Manson, che colpì la moglie di Roman Polanski di allora, l’attrice Sharon Tate (Margot Robbie, brava) e i loro amici. Ma dunque? Dunque aspetta, no? Perché alla fine tutto torna, torna il titolo da fiaba di questo film, tornano e si riuniscono le storie raccontate, torna Tarantino che già in un altro film aveva fatto vedere l’omicidio di Hitler, tornano a vedersi i piedi femminili, feticcio del regista, tornano a vedersi anche scene molto tarantiniane, tra cui direi top la visita di Brad Pitt al ranch e ovviamente l’incredibile finale, dove probabilmente lo stesso Tarantino (anche sceneggiatore) sfoga la rabbia per quanto avvenne in realtà.
E allora alla fine il film non è male, non sono d’accordo con l’entusiasmo della critica che seguo e sto un po’ più col grande pubblico (il film inoltre al botteghino non andò male). E sarei per un 7+.
Andò a Cannes, battuto da Parasite (ma un premietto andò al bravo cane di Brad Pitt, il pitbull Brandy); nella notte degli Oscar vinse il migliore attore non protagonista (Pitt) e per le scenografie, ma niente da fare per le altre 8 candidature. Meglio al Golden Globe: migliore film, migliore sceneggiatura e di nuovo premiato Brad Pitt.
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