Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
C'era una volta un mondo dove poter andare al cinema e ci sarà ancora.
C’era una volta un regista che stimava Sergio Leone ma amava Sergio Corbucci. C’era una volta un cinema nel quale ogni attore aveva bisogno di un’ altro che gli svolgesse i compiti più rischiosi. C’era una volta un regista per cui fare i primi film era come smontare e rimontare un giocattolo diventando qui classico e lineare. C’era una volta un cinema dove i film erano la serie A e le serie tv erano la serie B prima che l’industria culturale odierna ribaltasse tutto. C’era una volta un attore che dovette andare a trovare la sua Hollywood in Italia per diventare un protagonista degli spaghetti-western e allungare la propria carriera insieme a quella della sua fedele controfigura. C’era una volta una legge non scritta per la quale se ti offrivano da fare solo le parti del cattivo vuol dire che a poco a poco ti avrebbero dimenticato come tu cominciavi a scordarti le battute. C’era una volta un mito intoccabile delle arti marziali che quando incontrava un qualsiasi body double andava a sbattere facendo una brutta figura. C’era una volta un regista nostalgico che guarda al suo cinema con gli occhi di un bambino o di un attrice innocente che rivede se stessa in sala e si compiace del fatto che piace. C’era una volta un regista che produce il suo cinema parlando di cinema giocando con la storia sapendo che ogni film può avere il potere di creare mondi alternativi dove i cattivi muoiono sempre e l’happy end è necessario. C’era una volta chi al sesso e alla droga degli hippies preferiva l’amicizia sincera e bagnata dagli alcolici. C’era una volta e c’è ancora la bellezza della visione che ci salverà da tutto anche da questo virus stronzo e bastardo.
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