Espandi menu
cerca
C'era una volta a... Hollywood

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Immorale

Immorale

Iscritto dal 10 agosto 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 119
  • Post 39
  • Recensioni 399
  • Playlist 20
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su C'era una volta a... Hollywood

di Immorale
10 stelle

Stuck in the sixties

Al film numero nove il regista americano ritrova tutta la spumeggiante verve citazionista che - nel bene o nel male – caratterizza in toto la sua produzione cinematografica. Il periodo storico scelto – la Los  Angeles del 1969, ricostruita in materia impeccabile e incredibilmente accurata – si rivela infatti unità di luogo e di tempo particolarmente congeniale all’ultima fatica di Tarantino.

 

Leonardo DiCaprio, Brad Pitt

C'era una volta a... Hollywood (2019): Leonardo DiCaprio, Brad Pitt

 

Una visione nostalgica che ammanta di musica, colori, insegne e locali vintage una creazione scenica sublime, una città (all’epoca) magica nella quale si aggira(va)no i protagonisti della pellicola: che sono – ufficialmente – Pitt, Di Caprio e Margot Robbie ma, in realtà, anch’essi facenti parte di un quadro d’insieme esaltante; dove la star ha la stessa importanza della comparsa o guest d’autore (se ne contano decine) per definire un ambiente filmico raramente espresso in maniera così particolareggiata.

 

Margot Robbie

C'era una volta a... Hollywood (2019): Margot Robbie

 

Un’introduzione che avrebbe potuto (per chi scrive) andare avanti all’infinito, capace a più riprese di toccare le corde emotive dello spettatore (chi scrive si è sorpreso spesso col sorriso - ebete -  stampato in faccia durante la visione) in un caleidoscopio entusiasmante di personaggi (Steve McQueen, Bruce Lee, Roman Polanski, Sharon Tate, Charles Manson e decine di altri "tipi" carismatici interpretati – per una comparsata o col ruolo di protagonista - da attori completamente in parte) capaci di riempire magicamente il perfetto spazio scenico e sceneggiativo loro costruito.  

 

Leonardo DiCaprio

C'era una volta a... Hollywood (2019): Leonardo DiCaprio

 

Decine gli spunti e i richiami a pellicole (nel film..all’interno di un [finto] film)  col solito piglio citazionista ma – come non accadeva ormai da anni – perfettamente calibrato e magistralmente a fuoco; un periodo (mitico, agli occhi del regista) di passaggio tra due ere: la Hollywood classica che cedeva gradualmente il passo alla “New Hollywood”, con le scorie (umane ed economiche) che ogni cambio generazionale – in ogni ambito umano – si lascia alle spalle. Ma la vecchia guardia – secondo Tarantino - non è disposta a cedere le armi con facilità, e il nuovo che avanza (“fuckin’ hippy !” - cit.) subirà – con violenza, of course - un contraltare (anti) storico fragoroso.

 

Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Al Pacino

C'era una volta a... Hollywood (2019): Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Al Pacino

 

Se un paragone può essere fatto con la filmografia passata di Tarantino, OUATIH presenta molte analogie –stilistiche e di forma – con L’ottimo “Jackie Brown” del 1997: andamento lento, esuberanti elucubrazioni nostalgiche e interpreti (magnificamente) decadenti; intrecciato però col vezzo – già praticato in “Inglorius Basterds” – di riscrittura ucronica di eventi chiave della “storia”, sia con la S maiuscola che minuscola. Vena nostalgica perfettamente esemplificata dalla “dolcezza” d’approccio – considerato il tip(acci)o alla sceneggiatura e dietro la macchina da presa – volta alla definizione del personaggio di Sharon Tate (interpretata dalla splendida Margot Robbie), “dolcemente” idealizzata ed algidamente tratteggiata (la magnifica lunga sequenza – alleniana ? - nel cinema durante la visione di “Wrecking Crew” di Phil Karson).

 

Il registra dimostra insomma un amore incondizionato per un periodo irripetibile, mitizzato e maledetto, nella sua fase finale; rifiutandone il finire (rifuggendo - quasi del tutto - perfino nella colonna sonora la psichedelia imperante all’epoca, proponendo al massimo i primi Deep Purple periodo “Hard Beat”) e riscrivendolo a sua discrezione.

 

Con l’agnello sacrificale di un epoca che scampa al suo destino. E si vendica (per interposta persona).   

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati