Un film di Tarantino, non alla Tarantino: recensione per chi non ha visto il film, da leggere prima che lo vada a vedere (perché è un film da vedere assolutamente)
“C’era una volta a... Hollywood” è un grande film. Per tanti motivi che però è molto difficile elencare senza anticipare nulla riguardo la trama (posso evitare di usare la parola spoiler? no, troppo tardi... ma prometto che è l’ultima volta). Non vorrei anticipare nulla perché a mio parere bisognerebbe vederlo sapendone il meno possibile o quantomeno soltanto ciò che la produzione del film ha deciso che si possa sapere. Tipo che per la prima volta Tarantino tratta di un fatto di cronaca reale: l’omicidio di Sharon Tate, moglie di Roman Polansky incinta di otto mesi, e di quattro suoi amici avvenuto l’8 agosto 1969 ad opera dei componenti della setta di Charles Manson.
Detto questo, ecco alcune considerazioni che vorrei proporre senza rovinare la visione:
Non è strano che, per essere un film tratto da un fatto di cronaca vera, si intitoli come una fiaba con un bel “C’era una volta”? Non è affatto strano: nelle fiabe sono sempre messi insieme elementi reali e fantastici e nel film realtà e fantasia si può dire che stanno fianco a fianco sempre, camminano e abitano letteralmente l’una accanto all’altra.
E’ indubbiamente un film di Tarantino ma non un film alla Tarantino. Nel senso che siamo un passo avanti nel suo percorso di ricerca estetica, cinematografica e, perché no, politica e filosofica. Si tratta della più efficacie e definitiva risposta che il regista poteva dare a chi lo critica sostenendo che la violenza delle sue pellicole sia gratuita e compiaciuta.
Anche in altri film Tarantino parte da situazioni reali come il nazismo in “Bastardi senza gloria”, la schiavitù in “Django unchained”, ma sono semplicemente contesti che vengono superati e trasfigurati, prima di tutto per un discorso politico con una netta presa di posizione, poi per lasciare spazio a ciò che veramente gli interessa: raccontare storie. Qui l’operazione è diversa: il contesto, il mondo del cinema hollywoodiano di fine anni ’60, non vuole essere superato, anzi è senza dubbio il protagonista del film. La storia si sviluppa in maniera inestricabile dal contesto e lì vuole rimanere. A tutti i costi.
Tutto il film è piacere di visione. Le scene si susseguono in maniera lineare ma mai scontata. Tutto il tempo necessario viene preso e lo spettatore è letteralmente portato per mano fino all’epilogo. Quasi sarebbe bello se questo fosse il pilota di una serie televisiva. Se Tarantino volesse farne una, ne verrebbe fuori qualcosa di imperdibile, tanto è l’amore per quel mondo e per quell’epoca che traspaiono da ogni inquadratura.
Quanto è detto è per forza di cose incompleto poiché va integrato con la visione del film che ancora una volta invito caldamente ad avere. Se non altro per ritrovare in gran forma i due “vecchi” Leonardo DiCaprio e Brad Pitt e per scoprire una nuova attrice di cui sentiremo di sicuro parlare: Margaret Qually.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta