Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
E tutti vissero felici e contenti… forse… anzi, non si sa, perché nelle fiabe di Tarantino il bene ed il male stanno dalla medesima parte e nella Hollywood di fine anni sessanta tutto è possibile. La cosa certa è che il divertimento è assicurato, se si condivide il medesimo concetto di divertimento con il regista, naturalmente.
C'era una volta un regista, anzi c'è ancora ed è molto attuale, che in vece del pifferaio magico richiama al cinema frotte di spettatori per raccontargli una fiaba per ragazzi, anzi, racconta di quando era ragazzo in forma di fiaba burlandosi dei personaggi ricreati ad arte. E ci riesce in modo magico, con una narrazione da trip stupefacente, come se il regista avesse fumato una sigaretta intinta in un acido. Le insegne luminose colorano questo viaggio disseminato di pop up in bianco e nero, in musica, in voce narrante, in azione, in reazione, con quello stile da novella sul filo del rasoio, dove aspetti sempre un colpo di scena dietro alla quiete. Ma la tempesta arriva solo nel finale con modalità inaspettate e comiche, amalgamando alla perfezione horror e commedia. Il genio di Tarantino è questo ed è per questo che si ama. Ma non sarà un prodotto che ameranno tutti, proprio perché, per come il film è costruito, è necessaria un assoluta venerazione del genio sregolato. Altrimenti, tavanata, sarà l'aggettivo più usato all'uscita. Questo il difetto. Patinato.
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