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C'era una volta a... Hollywood

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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La recensione su C'era una volta a... Hollywood

di kubritch
6 stelle

Tarantino, icona postmoderna sopravvalutata.

Sono assai perplesso su cosa ho visto: un lavoro di pop art per il pubblico dei multisala? Riconosco la cifra stilistica di Tarantino espressa negli ultimi film, in cui la suspense si fa più raffinata. Per il resto, mi sembra, ma non ne sono sicuro, che si tratti della messinscena di un conflitto generazionale, attinente all'attualità, esasperato da entrambi le parti: gli hippy e i "tradizionalisti". I pregiudizi dello stuntman nei loro confronti, espressi con un profondo disprezzo generalizzante. Le urla isteriche di Rick Dalton contro i tre ragazzi. Non so se siano tutte riproduzioni fedeli di fatti reali, basati su documenti. Mi sembra che ci sia anche un certo compiacimento nella rappresentazione di sentimenti basici oggi molto diffusi. Forse, ho capito che sia un omaggio alla genuinità e alla bellezza di Sharon Tate. Ma chi è totalmente innocente in un ambiente in cui girano montagne di soldi, mentre fuori c'è una miseria nera, una competizione cinica e malsana e tanta violenza gratuita? Prima era il contrario: attori e registi lavoravano in base alla fame, da reietti. Oggi è una corsa all'oro con tutte le corruzioni annesse. Perché "c'era una volta?" Cosa c'era una volta a Hollywood? I film western a basso budget tanto cari a Tarantino? Non si capisce se sia una sorta di docufiction o un noir contrappuntato da una fastidiosa voce fuori campo. L'ho trovato un film un po' scoordinato e prolisso. L'accoppiata Pitt/ Di Caprio non fa scintille. Non vorrei sbagliarmi ma secondo me non è corso buon sangue tra i due. Ho trovato d'interesse il ricordo di Corbucci. Potrebbe essere un film didattico che invita al recupero di performance e film sottovalutati. Cinema sul cinema secondo la logica della mise-en-abyme con un procedimento che ricorda Truffaut ma senza mettere in scena tutta la macchina della produzione. Se si è voluto togliere lo sfizio di girare qualche scena western alla maniera di quegli anni, mi è apparso poco convincente. A parte ciò, fornisce un'interpretazione più allargata dei fatti che condussero alla strage nella villa dei Polanski. Il finale sembrerebbe una sorta di immaginifica vendetta a posteriori in linea con lo spirito violento che contraddistingue gli USA, dove non si riesce a fare una legge per limitare la vendita delle armi neanche di fronte a stragi ineaudite di civili connazionali, a causa di lobbies agguerrite. Terroristi di loro stessi. Al di là di tutto, non mi è parso un ritratto nostalgico, anzi, ha, persino, qualcosa di patetico. Non c'è l'entusiasmo cinefilo dei primi film. Si sente una certa disillusione di fondo. Su Polanski Tarantino preferisce mantenere le distanze, giusto qualche accenno, per ovvie ragioni personali. 

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