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C'era una volta a... Hollywood

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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La recensione su C'era una volta a... Hollywood

di diomede917
7 stelle

C'era una volta a... Hollywood è il film meno tarantiniano di Quentin Tarantino (o più felliniano?) C'era una volta a... Hollywood è un film dai tempi troppo dilatati da risultare a tratti anche snervante prima di arrivare alla bellissima mezz'ora finale. Eppure c'è qualcosa di ipnotico, come la canna che si fa Brad Pitt, che me lo fa apprezzare ogni giorno che passa come un vino che va lasciato decantare. C'era una volta a... Hollywood è un atto d'amore nei confronti di quel cinema di genere che lentamente e inesorabilmente fu sostituito da quel cinema di respiro europeo rappresentato da un regista polacco brutto e basso. È un film dedicato agli attori di insuccesso che hanno avuto il loro momento di gloria nelle serie Nbc ma che al cinema potranno essere solo e soltanto dei cattivi. E al cinema lo spettatore ricorderà solo il buono. Quentin Tarantino fissa la data in quell'8 Agosto del 1969 come spartiacque tra il passato e il futuro. Quel giorno che la coscienza di Hollywood fu segnata per sempre dalla strage effettuata dagli adepti della Famiglia di Charlie Manson. Una data che verrà scandita minuto per minuto, attimo per attimo, personaggio per personaggio. Ma per arrivarci Tarantino la prende larga partendo dal febbraio dello stesso anno. Raccontandoci le storie di Rick Dalton, Cliff Booth e Sharon Tate. Il primo un attore il cui declino gli viene sbattuto in faccia fin dalle scene iniziali dalle parole di un cinico quanto realista agente (cameo indolore di Al Pacino), parole che riveleranno una personalità fragile e irrequieta. Bellissima la scena delle lacrime al ristorante che preludono alla strabordante interpretazione di Leonardo Di Caprio. Il secondo è il suo alter ego in tutti sensi. È il suo stantman, il suo autista, il suo amico e soprattutto il suo specchio deformante. Cliff Booth è il quadro che invecchia, che prende le coltellate al posto di Rick Dalton. È un Brad Pitt più bravo e più bello che mai. È un volto con un sorriso stampato sulla faccia che sembra dire "Ma andatevene a fare in culo tutti" Sono un femminicida? Chi può dirlo Mi licenziano perché scaravento Bruce Lee su una macchina? Va bene Gli Adepti di Charlie Manson? Degli Hippies sciroccati. La terza è la vicina di casa. Il nuovo e vecchio che stanno fianco a fianco. Sembrano due mondi lontani ma in realtà due destini molto vicini. In fin dei conti Sharon Tate è entrata nel mito per essere la moglie di Roman Polanski massacrata dai membri della famiglia di Charlie Manson quando lei era all'ottavo mese di gravidanza, altrimenti era un'attrice che non era conosciuta né dalla cassiera ne dal proprietario del cinema che proiettava un suo film con Dean Martin Forse la più bella scena di C'era una volta a... Hollywood che vede Sharon Tate sola, scalza al centro della sala vedersi sul grande schermo con aria sognante sperando nel successo. Quentin Tarantino ama i suoi personaggi, è talmente innamorato da tornare indietro nel tempo e cambiare il corso della storia pur di dare loro la giusta fine che meritano. E lo fa con un violentissimo finale che fa presagire il suo film numero 10. In effetti è un horror con citazioni argentiane che si sprecano da Profondo Rosso a Suspiria. Per concludere possiamo dire che C'era una volta a... Hollywood è l'opera di transizione di un regista che si appresta ad intraprendere il suo giro di boa artistico. Un Tarantino più maturo e meditativo che dall'alto del suo Dolly finale decide il destino delle persone. Voto 7,5

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