Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Da Kill Bill in poi, Tarantino ha sfruttato la propria posizione contrattuale privilegiata, quella per intenderci che gli studios concedono solo alle grandissime firme il cui stile si traduce anche in ritorno economico, per realizzare degli elaborati luna-park cinematografici fini a se stessi. Opere che celebrano una visione autoriale completamente asservita al feticismo di matrice ludica che il regista nutre per il cinema stesso e niente altro.
Queste costose carnevalate sono costruite su sceneggiature pedanti e interminabili, oserei direi quasi dilettantesche, e che a cose normali verrebbero cestinate ma che, a firma Tarantino, diventano magicamente dei capolavori. L'umorismo è sovente da liceale (poco sveglio) come lo è il conseguente sadismo, il ritmo latita, le interpretazioni degli attori sono talmente sopra le righe da risultare stucchevoli, e la storia sembra una barzelletta-pretesto per copiare scene di altri film.
Quello che c'è di ottimo, il montaggio e la messa in scena, Tarantina l'ha assorbito istintivamente dai film degli altri, ma tutta questa bravura resta al servizio del nulla, o meglio, di inquadrature che esistono solo per aspettare il plauso dello spettatore.
Cosa abbiano trovato i critici di tanto eccezionale in questo indigesto e lussuoso patchwork di scenette (alcune anche molto banali) resta un mistero. Forse il finale che tracima cattivo gusto?
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