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La paranza dei bambini

Regia di Claudio Giovannesi vedi scheda film

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La recensione su La paranza dei bambini

di genoano
5 stelle

Chista nun è na storia de criature ca se magnano e fritture, ma de guagliuncelli e malavita ca ggirano smargiassi ncopp'o muturine cu o revolvèr e i palluncìne, e fann'e peggio cose. A trama è shcuntata, poi nun ze capisce nente, nun parlano napulitane, ma gomorrese strìtte, ca ce vulìsse a paggina 777 e o televideo. Vulite sapè o voto? 4 e miezzo.

Si parte con grandi ambizioni (descrizione di una realtà degradata e sgradevole, fotografia di un ambiente criminogeno e dei suoi meccanismi viziati e inesorabili, ricorso ad attori non professionisti), attingendo qua e là nell'ispirazione a capolavori realistici del cinema italiano dei vari Pasolini, De Seta, e, più recentemente, Caligari. Però dopo mezz'ora-40 minuti il film denuncia il fiato corto, come i maratoneti mal preparati dopo il trentesimo chilometro; la storia si rivela in tutta la sua pretenziosa banalità, si sviluppa in maniera prevedibile e semplicistica, e imita in maniera più o meno evidente il cinema del Nuovo Mondo (nella paranza si instaurano i meccanismi gangster buono-gangster cattivo e altre dinamiche già viste nella "Cidade de Deus" di Meirelles; i giovani partono maldestramente poi acquisiscono un'abilità sinistra e una sorta di sadica crudeltà a mano a mano che divengono più scafati, come nel western-crime di Benton "Bad company"; per il racconto di amicizie giovanili criminali e scontri tra bande viene preso a modello anche "I ragazzi della 56a strada" di Coppola; infine tutta la parte conclusiva coincide nella forma e nella sostanza ad "American History X" di Tony Kaye). Il film si abbevera a molte fonti senza trovare una sintesi e un'originalità; ha pretese di realismo ma anzichè rifarsi alla cronaca si rifà a una fantasia cinematografico-libresca alle spalle della quale c'è pochissima ricerca e inchiesta (le paranze della realtà di solito sono guidate dai rampolli dei clan camorristici con pedigree criminale di prim'ordine, che si fanno le ossa per un futuro scellerato, e mai da improvvisati autodidatti come nel film); è infine, nullo dal punto di vista spettacolare, riuscendo a non essere nè un film verità nè un vero gangster movie all'americana. I giovani attori, bravi se non bravissimi, si esprimono però in gomorrese stretto, una versione particolare del napoletano caratterizzata da tono di voce poco chiaro, parole smozzicate e pronunciate a bocca semi-chiusa; occorre attivare i sottotitoli per capire con precisione i dialoghi anche se siete della zona di Napoli, se proprio volete vederlo. Ma vi consiglio di no.

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