Regia di Claudio Giovannesi vedi scheda film
Alcuni adolescenti cresciuti nel Rione Sanità di Napoli tra violenza e sopraffazione, attratti da un benessere di cui colgono la presenza qua e là, e spinti da una confusa volontà di riscatto sociale, formano una banda ed iniziano un confronto con gli altri gruppi criminali che vivono di racket ed altri traffici. Il film, in particolare, racconta la storia di Nicola, personaggio di spicco del gruppo, diviso tra le attività criminose, sempre più cruente, ed il tormentato rapporto con Letizia, una coetanea, con la quale sogna di condurre una vita normale, come tutti i giovani della sua età. Il regista inserisce le storie di questi ragazzi in un contesto sociale ben ricostruito, nel quale è prassi consolidata dei delinquenti vivere alle spalle di chi cerca di tirare avanti con onestà, combattere contro la "concorrenza" e godersi la vita con i proventi delle proprie cattive azioni. Tanto tutto ciò appare normale ai giovani protagonisti del film, da spingerli, essendo animati da desiderio di cambiare le cose, a formare una loro banda - alleandosi con criminali navigati - e non a cambiare le cose comportandosi onestamente e denunziando le vessazioni. I ragazzi non mostrano alcuna consapevolezza della gravità delle loro azioni; rispondono all'istinto primitivo di difendere loro stessi ed il loro territorio dalle influenze esterne, almeno finchè il denaro ed il potere non si accumulano in quantità da far perdere la testa. A quel punto, perdono valore il legame con il quartiere, la famiglia e gli altri sentimenti; i giovani cedono alle tentazioni di cui sono circondati. Vestiti firmati, orologi, bottiglie pregiate, droga e prostitute. I bei giorni, però, durano poco. La lotta per la sopravvivenza, nel loro mondo, è dura. Il film si conclude mostrando i ragazzi ormai completamente trasformati in banditi, i quali, armati fino ai denti, si recano "in guerra" per vendicare una morte; il regista non lascia speranza di redenzione per loro, se neppure un lutto è riuscito a far comprendere cosa è giusto e cosa non lo è. Notevole, nell'intero racconto, la quasi totale assenza delle istituzioni. Nonostante l'età, i ragazzi sembrano non avere alcun rapporto con la scuola. Le forze dell'ordine fanno una fugace apparizione; per il resto, le attività criminose si svolgono alla luce del sole, senza alcuna interferenza. Tra gli attori spicca il giovanissimo Francesco Di Napoli nei panni del leader Nicola; un ragazzo dal volto pulito e l'espressione furba, il cui aspetto e le cui aspirazioni (un serio impegno con Letizia, aiutare la madre, liberare le persone del quartiere dalle imposizioni di chi viene da fuori) contrastano nettamente con le nefandezze che compie. Approvo la scelta di utilizzare il dialetto napoletano, sebbene alcuni attori - forse per inesperienza connessa alla loro giovane età - sembrino poco spontanei nella recitazione. Buon film di denunzia, coglie nel segno legando imprescindibilmente le malefatte dei giovani all'ambiente degradato nel quale hanno iniziato la loro crescita.
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