Regia di Claudio Giovannesi vedi scheda film
Che schifo.
No, non il film che è invece esteticamente e formalmente bellissimo e visceralmente sentito. Fa schifo la realtà di cui parla. Fa schifo l’orizzonte culturale dei giovani italiani e dei meno giovani. Fa schifo la fascinazione per il branco, per il fenomeno gangster in salsa trap o neomelodica. Fa schifo la fascinazione per l’organizzazione criminale come valorizzazione della persona, la logica mafiosa dell’onore, dell’abuso e della sopraffazione. Fa schifo la patologica rincorsa per il lusso, dai mobili barocchi alle pareti fiorate, dai tatuaggi ai capelli tagliati e pettinati come i calciatori. Fa schifo l’ossessione per l’accumulo di ricchezza come unica valorizzazione sociale: la quantità al posto della qualità, l’apparenza al posto della sostanza, l’amoralità al posto dell’etica, il disvalore al posto del valore. Fa schifo il culto della perfezione del corpo in contrapposizione alla cultura del sapere e dell’istruzione. Fa schifo il machismo tribale, muscolare e spartano che confonde la virilità reale con quella fragile e posticcia dei picchiatori e degli odiatori. Fa schifo la filosofia fascista e totalitaria, l’arroganza del torto, in cui vivono e sguazzano molti ragazzi del nuovo secolo. Fa schifo lo Stato italiano che chiude gli occhi e permette tutto questo. Fa schifo che un moccioso di sedici anni possa anche solo credere di comandare a suo insindacabile giudizio su ogni cosa della vita. Fa schifo pure la canzone che gli invitava a farlo.
Ma è solo colpa dei ragazzi? Abbiamo genitori che vogliono intervenire nella programmazione didattica delle scuole. Genitori che se il figlio non esce con la lode dalle medie vanno per avvocati. Genitori che lamentano troppi compiti, perché il figlio è un asso del pallone e deve giocare a calcio, o perché la figlia è meglio se si dedica a taglio e cucito. Genitori che credono che Fortnite sia più educativo delle discipline scolastiche. Genitori che da buoni “spazzaneve” fanno di tutto per poter spianare loro la strada verso il futuro, con certificazioni e protezioni di tutti i tipi, inconsapevoli però che non fanno altro che rendere deboli e inadatti alla vita i loro figli: i famosi “bamboccioni” che vanno ai colloqui di lavoro accompagnati dalla mamma. Genitori che chiedono di anticipare l’orale degli esami di scuola media perché devono partire per le vacanze. Genitori che protestano per una nota o una insufficienza. Genitori che reclamano che il nove è una voto troppo basso per il piccolo genio di famiglia. Genitori che vogliono che i figli vadano per forza in gita con la scuola contro il parere dei docenti, ma se succede qualcosa di grave la responsabilità e la colpa, ovviamente, è dei docenti. Genitori che hanno figli scolasticamente mediocri ma vogliono mandarli lo stesso al liceo e se vengono bocciati è colpa dei professori delle medie, che invece avevano giustamente consigliato tutt’altro percorso.
Ma è solo colpa dei genitori? Abbiamo un governo che predica l’odio, la morte e la distruzione. Abbiamo un governo che chiude i porti a chi scappa dalla guerra e permette a un cittadino di sparare alle spalle a un ladro che fugge. Abbiamo un governo colluso con la mafia, a cui sta aprendo la strada per gli appalti ai cantieri, allo spaccio della marijuana vietata nei canapa-shop e chissà cos’altro in futuro. Abbiamo politici che non sanno organizzare un discorso, non sanno sostenere un dibattito, vomitano parole intrise di odio, fanno propaganda via social invece che confrontarsi con la dura realtà. Abbiamo politici che non hanno la percezione del reale, irresponsabili e incompetenti.
Ma è solo colpa dei politici? Abbiamo un elettorato sottoculturato, frustrato e incattivito dalla crisi a cui i politici stanno dando in pasto un nemico creato appositamente per loro: lo straniero, il rom, l’omosessuale, il musulmano, l’intellettuale, il professore, il sindacalista, l’uomo di sinistra, etc. etc. Abbiamo un elettorato che, dati Eurydice-Indire (2018-19), per il 42% è analfabeta funzionale, ovvero: quattro italiani su dieci hanno gravi difficoltà “a usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana”. Se rapportiamo questa proporzione al risultato nazionale che vede la Lega attestarsi sul 34% il quadro è molto chiaro e basta sostituire a “italiani” la parola “leghisti” per una fotografia culturale e sociale di tale elettorato. Elettorato che non ha gli strumenti critici e culturali per interpretare il reale e si affida passivamente al “duce” di turno rinunciando di fatto alla propria libertà di pensiero, al proprio vigore umano e alla propria capacità di interrogarsi su ciò che gli succede attorno.
L’abbaglio di una vita di lussi, privilegi, abusi, condoni e soprattutto di un libero sfogo delle proprie paure sul modello distopico della serie The Purge (James De Monaco, 2013-2020) hanno creato le basi socio-culturali e politiche – poveretti coloro che continuano a negare il fascismo di ritorno – per questa società inquietante, di cui i più giovani sono vittime e carnefici, martiri e inquisitori, ben ritratti prima da Saviano su carta, e poi da Giovannesi su celluloide.
Poveri ragazzi.
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