Regia di Claudio Giovannesi vedi scheda film
A Napoli, Nicola (Di Napoli) e cinque suoi amici non hanno alcuna idea di come siano fatti i banchi di scuola. In compenso, conoscono con precisione i prezzi dei Rolex, sono attentissimi alla scriminatura sui capelli, fanno fallire i commercianti di caschi per le due ruote e maneggiano più cocaina di un corriere colombiano. Vivono nel Rione Sanità e ne vogliono diventare i padroni. Ma come sempre l'amore ci si mette di mezzo e per Nicola e i suoi prendersi la zona dello spaccio e del pizzo sarà meno facile del previsto.
Tratto dal libro omonimo di Roberto "Prezzemolo" Saviano, che lo ha sceneggiato insieme al regista e a Maurizio Braucci, il quinto film di Claudio Giovannesi conferma l'impegno e l'interesse del regista capitolino nei confronti delle realtà più periferiche e degradate. Un interesse che però stavolta - rispetto ai più efficaci Alì ha gli occhi azzurri e Fiore - ripropone lo schema Gomorra (sia il film di Garrone che la serie tv): bande criminali in guerra perpetua e talvolta fratricida tra loro, omicidi e tradimenti, attrazione smodata per il lusso, case con i cessi laccati in oro e le statue di leoni ruggenti in salotto, tripudio del kitsch, feste nuziali di smodata pacchianeria e l'immancabile sottofondo dei neomelodici e delle loro canzonacce di serie Z. Insomma, il film - pur diretto benissimo, fotografato solo con macchina a mano e con la consueta maestria da Daniele Ciprì e affidato a un cast intonatissimo e perfettamente all'altezza della situazione - non aggiunge nulla ai film di camorra visti da una quindicina d'anni a questa parte.
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