Regia di Claudio Giovannesi vedi scheda film
A dirigere La paranza dei bambini è Claudio Giovannesi, regista, sceneggiatore e musicista. Nato a Roma nel 1978, Giovannesi ha lavorato sia nella fiction sia nel documentario. Con una laurea in Lettere moderne e un diploma in Regia conseguito al Centro sperimentale di cinematografia, ha mosso i primi passi collaborando dal 2001 al 2004 con la redazione di Blob, il programma satirico di Rai 3, e ha esordito come regista di un lungometraggio nel 2009 con La casa sulle nuvole, guadagnandosi il Premio Speciale della Giuria al Bruxelles Film Festival. Nel 2009 ha portato il documentario Fratelli d'Italia al Festival di Roma, dove nel 2012 ha presentato Alì ha gli occhi azzurri. Dopo il documentario Wolf, nel 2016 è stato selezionato dalla Quinzaine des Rèalisateurs con Fiore. Ha inoltre diretto uno dei frammenti di 9x10 Novanta e due episodi di Gomorra - La serie.
La paranza dei bambini è il quarto lungometraggio di finzione di Giovannesi ed è recitato da attori non professionisti. A proposito delle riprese Giovannesi ha raccontato: "Sebbene basato su eventi attuali, La paranza dei bambini non descrive fatti che hanno avuto effettivamente luogo. Il mio obiettivo non era né ricostruire uno specifico momento o un evento che si è verificato in un determinato quartiere né raccontare la storia della delinquenza giovanile nella città di Napoli. Napoli rappresenta solo l'ambientazione: il tema del film va oltre il luogo della messa in scena e si concentra sull'età del protagonista, un'età in cui sperimentiamo cosa è giusto e cosa non lo è, e sulla sua scelta irreversibile di diventare un criminale. Questi argomenti sono stati al centro del lavoro che ho svolto con i giovani attori in fase di preparazione delle riprese. Ci siamo concentrati sui desideri dei giovani alimentati dalla società dei consumi di oggi (abiti firmati, orologi costosi, motori, un tavolo in un locale notturno, bottiglie di champagne), sul bisogno di avere subito del denaro a disposizione, sulla possibilità di guadagnare facilmente commettendo crimini e sull'inconsapevolezza delle conseguenze.
"Il percorso dei personaggi è questo: desideri inconsci, euforia, crimini, superamento del punto di non ritorno, impossibilità di tornare indietro, caduta", ha continuato Giovannesi. "La costruzione dei personaggi si basa sulle discussioni attorno a questi temi e su elementi come amicizia, primo amore e relazioni familiari. Cosa significa per un quindicenne vivere da criminale? A cosa rinuncia?
Abbiamo girato nel rione Sanità e nei Quartieri spagnoli: Napoli, a differenza di Roma o di molte altre città italiane, conserva ancora un centro storico popolare, che mantiene viva la sua identità e non è stato divorato dal turismo o dalla messa in scena del folclore. Il quartiere diventa dunque un personaggio a sé stante. Le riprese sono durate nove settimane e si sono svolte in maniera sequenziale.
Nessuno dei ragazzi protagonisti aveva letto la sceneggiatura o il romanzo da cui il film è tratto: è stata una scelta precisa per far vivere sulla loro stessa pelle giorno dopo giorno l'esperienza dei loro personaggi. Non dovevano conoscere le conseguenze delle azioni dei loro personaggi ma dovevano semplicemente viverle. Hanno così sperimentato la nascita della fratellanza, il diventare un gruppo, il significato della guerra, l'illusione dell'ambizione, la conquista del potere, le conseguenze irreversibili delle azioni criminali, la perdita dell'innocenza, l'impossibilità di tornare indietro o di vivere spensierati, e la sconfitta".