Regia di Sergey Dvortsevoy vedi scheda film
71 CANNES FESTIVAL 2018 - CONCORSO AYKA: una nuova fiammiferaia (decenni dopo quella indimenticabile di Kaurismaki) vittima designata, senza ironia di ogni tipo, di disgrazie ed inconvenienti nella giungla ghiacciata e sporca della capitale russa. Ayka è una ragazza del Kirghizistan di 25 anni, immigrata clandestina a Mosca, che ha appena partorito un figlio frutto di uno stupro, non ha soldi per mantenerlo, ed anzi deve saldare un grosso debito contratto nei confronti di loschi individui che lo pretendono liquido e disponibile entro due giorni.
La seguiamo nella sua corsa frenetica, prima mentre scappa dal reparto maternità sottraendosi al compito di allattare il figlio neonato, per arrivare in tempo al mattatoio nel luogo clandestino ove spiuma polli, e ove viene ingannata insieme alle colleghe e non pagata per le sue settimane di duro lavoro eseguite in anticipo sulla paga. Disperata, la ragazza cerca riparo presso un sublocatore di fetide cantine riconvertire ad alloggi di prima sussistenza, e lavora come sostituta presso un veterinario come donna delle pulizie, poi come spalatrice di neve per le strade innevate e grigie di Mosca; ma la ferita post-parto si apre e l'emorragia le provoca frequenti svenimenti. Raggiunta dagli aguzzini, finira' costretta ad andare a riprendersi il neonato per cederlo a loro per un affido clandestino, in modo da saldare il debito.
Ma nell'allattarlo, Ayka trova per la prima volta quell'insopprimibile senso materno si attaccamento che, probabilmente, la indurra' ad andare incontro ad un destino segnato e fatale. Dal regista di Tulpan, Sergey Dvortsevoy, in film duro e freddo come la vita aspra in una società spietata ove la povertà del e anche fare i conti con un clima ostile che può portare già di per sé stesso ad una fine prematura. Su Ayka si condensano tutte le tragedie immaginabili nel contesto di un susseguirsi nefasto di eventi che trascinano la povera donna verso una strada senza ritorno. Personaggio potente che non cede a sentimentalismo distorto e funzionale altrove a rendercela più simpatica, Ayka è invece tutto il contrario, dimostrandosi il film potente e spietato, forte di una serietà di intenti e documentazione non frequente. Certo le tematiche ci sono. Manca forse un po' un accenno stilistico, a mio avviso completamente assente.
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