Regia di Pierre Morel vedi scheda film
Cosa, o chi dà vita ad una radicale trasformazione che rende una placida bella moglie e madre di famiglia, una belva assetata di vendetta, oltre che di sana giustizia?
E' sufficiente aver visto almeno un pezzo di un qualsiasi film della saga infinita dedicata al Giustiziere della notte, filone fortunato e notissimo che ha rilanciato più volte la carriera del comunque grande e duro per eccellenza Charles Bronson, per ottenerne una risposta generica, ma completamente esaustiva.
Una banda di stampo mafioso temuta sino ai vertici delle forze dell'ordine, uccide in un agguato il marito di una giovane madre di famiglia di nome Riley North, per il solo fato che l'uomo ha preso in esame l'ipotesi di impossessarsi di un bottino appartenente al boss, su invito di un suo conoscente.
Nella sparatoria, perpetrata con furore in luogo pubblico nei pressi di un luna park, perde la vita pure la figlioletta della coppia, mentre la protagonista rimane ferita seriamente.
Nonostante la donna sia in grado di riconoscere ed accusare gli assassini, costoro vengono scagionati da un tribunale corrotto e rimessi in libertà. Bloccata e in attesa di essere ricoverata per un comprensibile attacco di isteria dopo la sconcertante notizia, la donna riesce a scappare e a dileguarsi, facendo perdere tracce di sé.
La ritroveremo pochi anni dopo, letteralmente trasformata in una sorta di supereroina fai da te, fasciata in tuta attillata, abile a picchiare e sparare, nell'intento di far fuori uno ad uno tutti i membri della band che ha massacrato la sua famiglia. Compito arduo, impari, quasi impossibile quando, oltre ai delinquenti, devi batterti anche contro forze di giustizia corrotte e deviate: una missione che la donna si prodiga a mettere a punto senza badare alle conseguenze e alla personale incolumità.
Per la regia, galvanizzata, ma non certo prodigiosa, di un regista esperto di action come il francese Pierre Morel (suoi Banlieue 13, Io vi troverò, From Paris with love, The gunman.... tutto fuorché pellicole memorabili), questo dinamico ma scontatissimo Peppermint ha il suo unico centro di interesse nella figura che la brava, ma soprattutto bellissima attrice Jennifer Garner (in una forma fisica strepitosa ma credibile che le sconta tranquillamente dieci anni di età) riesce a dare al suo personaggio, impossessandosene con un piglio ed una verve da combattente che meritano una menzione.
Tutto il resto è pura routine, scalfita da una direzione dinamica che tuttavia non riesce a impedire allo spettatore di provare un certo disagio di fronte ad uno script tanto scontato, visto e rivisto in svariate altre occasioni, con o senza giustiziere della notte.
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