Regia di Francesco Miccichè vedi scheda film
Racconto dell’Aldo Moro professore di Diritto all’università romana de La Sapienza, in duplice forma di fiction e di ricostruzione storica mediante filmati di repertorio.
Forse il lato accademico di Aldo Moro è il meno noto della figura dello statista ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978, ma di certo non è il più interessante; per quanta cura nella ricerca e nella scrittura ci possa essere dietro a questo film, e ce n’è tanta sia per l’una che per l’altra, effettivamente il lavoro di Francesco Miccichè assomiglia a un buco nell’acqua. Perché, tanto per cominciare, l’argomento è stato ormai talmente abusato fra cinema e televisione che neppure provare a inquadrarlo da un punto di vista inedito può riuscire a conferirgli un nuovo fascino, un rinato appeal; tutto ciò che è successo nei giorni del rapimento è stato trattato ampiamente altrove, più o meno bene, e il confronto con le altre opere non va a vantaggio di questo Aldo Moro – Il professore. E la seconda ragione riguarda la forma strabica dell’opera, che punta con un occhio al documentario e con l’altro al film a soggetto: l’impatto televisivo, sempre un po’ fasullo, della seconda parte si scontra con l’intento di raccontare con materiali d’archivio e interviste ad hoc realizzate oggi la parabola discendente del politico della Dc. Di buono c’è comunque da rilevare l’ambizione del regista, così come la sua preparazione, qui però al servizio di un prodotto non del tutto riuscito. Sceneggiatura di Franco Bernini, Giovanni Filippetto e di Miccichè, dal libro omonimo di Giorgio Balzoni, che di Moro fu per l’appunto uno studente; fra gli interpreti Sergio Castellitto (Moro), Andrea Arcangeli, Sara Cardinaletti, Italo Amerighi e Maurizio Bianucci. Produzione Rai, cento minuti tondi. 4/10.
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