Regia di Carlos Saura vedi scheda film
Un film che si lascia vedere senza problemi. E' notevole come nel film l'unica che inorridisce di fronte a tanta violenza razzista sia la ragazza (Ingrid Rubio) una tipa con tutti i problemi della gioventù (la scuola abbandonata, le incertezze dell'età e del futuro ecc) ma che ha ben saldo il concetto di razzismo pur scoprendo, suo malgrado, che proprio suo padre è il peggior razzista.
Nel film c'è una bellissima scena in una grande fontana dove il ragazzo entra per provare il suo amore per lei e poi anche lei.
E' un film sicuramente violento ma la violenza non è mai gratuita o compiaciuta ma sempre funzionale al soggetto.
Un gruppo di tassisti madrileni si organizza per ripulire la città da quelli che loro considerano la feccia. Quando di notte qualcuno di sfortunati sale in taxi l'autista via radio chiama gli altri e lo ammazzano senza problemi. A casa il tassista è tutto patria e famiglia. E' un modello comportamentale tipo le SS, a casa si era amorevoli e si coltivavano rose ma poi, indossata la divisa, diventavano sterminatori di esseri innocenti. In quesro caso la divisa che opera la trasformazione è il taxi che diventa una macchina di morte. La figlia del tassista, che sembra fuori dai modelli del padre tutto casa-taxi-omicidi, è una ragazza che va male a scuola, probabilmente spinella, non ha orari. Il padre la obbliga ad imparare a guidare il taxi di giorno e lei inizia a lavorare. Conosce un ragazzo, figlio di una collega del padre, un militare di leva che odia i neri immigrati e ne ammazza uno nell'unica spedizione punitiva in cui partecipa. I due si conoscono ed è amore ma la ragazza guidando il taxi, da messaggi radio in codice con gli altri tassisti giustizieri, capisce tutto. Alla fine il capo di questo gruppo, completamente schizzato, cerca di eliminarla per non farla parlare. Ma l'amore trionfa.
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