Regia di Agustin Toscano vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2018 - QUINZAINE DES REALISATEURS / CINEMA OLTRECONFINE
Tra le discariche a cielo aperto di una metropoli sudamericana, in mezzo al cemento grezzo dei ponti autostradali che hanno devastato i connotati di un paesaggio naturale nel quale una natura indomita tenta di riprendersi i suoi spazi, un marito e padre separato trova la sede ideale per spartirsi i frutti delle rapine e dei borseggi che egli è solito organizzare con un complice, salendo alla guida della sua moto, l'unico oggetto di cui ancora risulta proprietario, e l'unico mezzo con cui - seppur illecitamente - l'uomo riesce a provvedere ai bisogni suoi e della propria ex-famiglia.
Quando tuttavia l'ultimo borseggio organizzato ai danni di una vecchia signora finisce per ferire seriamente la vittima, sbattuta violentemente a terra dopo un maldestro tentativo di resistere all'assalto, l'uomo inizia, forse per la prima volta in vita sua, a nutrire dei rimorsi, che lo spingono sino ad informarsi delle condizioni della povera anziana donna.
Andrà a trovarla in ospedale, scoprendola completamente priva di memoria, e trovando l'occasione per approfittare del suo stato solitario, per introdursi nella sua vita nel ruolo di un parente sopraggiunto per aiutarla. Un sentimento misto tra senso di colpa, riconoscenza, ma anche voglia di approfittare della situazione, anima l'uomo, avviato verso un percorso espiativo che si mescola inscindibilmente con la necessità di approfittarsi della situazione per risolvere problematiche imminenti legate alla sussistenza propria e di ciò che resta della famiglia.
La valida e solidamente narrata opera seconda del regista argentino Agustin Toscano percorre con limpidezza il sentiero della maturazione morale e spirituale di un'anima dannata suo malgrado, che rifiuta tuttavia di abbandonare ogni richiamo naturale a quella sensibilità e a quel senso del dovere che ancora albergano all'interno del suo spirito predisposto, nonostante le apparenze, ad una onestà di fondo.
Toscano racconta bene lo sviscerarsi dei rapporti tra il protagonista e la sua vittima, ingannata doppiamente certo, ma non sempre e solo a suo discapito: nel finale, se vogliamo sin troppo smaccatamente ottimista, le colpe smaccatamente unilaterali del ladro troveranno una loro ragion d'essere e quasi una santificazione nel riuscire a vanificare la solitudine apparentemente senza via d'uscita di una donna anziana, in qualche modo ritrovatasi a vivere all'interno di una propria famiglia d'affetti.
Limpidezza di narrazione ed efficacia degli interpreti, probabilmente nemmeno professionisti, rende il film una piccola grande sorpresa che fa ben sperare riguardo alle future prove del suo valido autore.
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