Regia di Julio Hernandéz Cordón vedi scheda film
71 CANNES FESTIVAL 2018 - QUINZAINE DES RÉALISATEURS
In un universo dominato dalla violenza, in cui i bambini maschi vengono utilizzati come corpi da cui lucrarne la vendita di organi, e le bambine avviate alla prostituzione e poi uccise, seguiamo le peripezie di un padre tossicodipendente, a cui i briganti hanno già ucciso moglie e figlio, e che tira avanti mantenendo un campo da baseball ai limiti di un deserto che pare essere il panorama rimasto al mondo intero.
Il padre lega la figlioletta superstite ad una lunga catena e le cela il viso con una maschera per dissimulare il suo sesso, e renderla meno appetibile ai trafficanti. Il giorno in cui il padre, che suona in una banda, viene costretto ad esibirsi ad una festa organizzata dai narcos, una attacco della fazione nemica farà una strage. E la bimba, allontanata dal padre, troverà provvisoria salvezza tra le braccia di un bieco maniaco che tentava già addietro di circuirla. Ma in gruppo di bambini interverrà in sua difesa.
Un mondo post apocalittico alla Mad Max che il film indipendente riproduce come può, al servizio di una storia cruenta che tuttavia stenta a centrare il suo bersaglio narrativo disperdensosi in descrizioni l'ambiente e ripetizioni di situazioni che distraggono eccessivamente. Peccato perché la storia (truce) c'era davvero, e qualche intuizione di regia fa bene agli occhi (la ripresa dal drone sulla strage vede i corpi dei morti ammazzati stilizzati come figurine con tanto di macchia di sangue coordinata), e non è escluso che gli Studios hollywoodiani non manifestino un interesse verso il soggetto, magari accaparrandosi sceneggiatura....e magari pure il regista.
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