Regia di Arantxa Echevarria vedi scheda film
Carmen e Lola sono due giovani gitane il cui destino è da sempre scritto nella loro cultura: sono nate per sposarsi, per occuparsi della casa e per fare figli. Non possono fumare, usare il cellulare, non possono innamorarsi e neanche sognare. Ma Lola non ci sta, il suo animo ribelle le impedisce di arrendersi al volere del fato e continua a coltivare l’idea di una vita diversa, una vita migliore.
Si vede e si sente, dalla delicatezza di questa pellicola che dietro la macchina da presa c’è una donna. A dirigerla c’è infatti Arantxa Echevarria che riempie le immagine di tutte le sensazioni possibili che solo l’amore può dare. Partendo dalle sequenze dell’incontro tra le due ragazze, con le inquadrature che si soffermano sugli sguardi isolando ogni rumore esterno, continuando poi ogni qual volta le ragazze si trovano a stare insieme, in un crescendo di inquadrature volte a ricercare il dettaglio per esaltare ogni sensazione descritta affinché lo spettatore ne diventi partecipe.
Il metodo utilizzato per lo svolgimento della trama, consente un’ottima distribuzione degli eventi, garantendo allo spettatore la giusta dose di elementi necessari a tenere costante l’attenzione. Il garbo con cui si decide di raccontare la storia di un amore tra due giovani donne, è il punto forte dell’intero film. Lo sguardo sui corpi nudi mai scomposti, le ricorrenti carezze soavi non risultano mai eccessive e la tenerezza di un amore scoperto, poi rifiutato e infine vissuto a pieno, fanno dell’opera di Echevarria una parentesi gentile sul tema dell’omosessualità troppo spesso sfruttato.
Siamo di fronte ad un film commovente, piacevole. Una pellicola ricca di spunti riflessivi, scevra dai soliti luoghi comuni, arricchita dalle interpretazioni sommesse ma intense delle due giovani quanto sconosciute protagoniste, Zaira Morales e Rosy Rodríguez, che sono il valore aggiunto di un film bello sotto ogni punto di vista.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta