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Viaggio all'inizio del mondo

Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film

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La recensione su Viaggio all'inizio del mondo

di mm40
6 stelle

L'idea è una e semplice: un viaggio in parallelo fra le impalpabili suggestioni dei ricordi e l’asfalto, concreto, della strada; ma difficile sarebbe realizzarla senza il vivo tocco letterario e l'esperienza - tecnica e umana - di De Oliveira, anche autore della sceneggiatura (e fra l’altro Imdb segnala un suo cameo nella parte dell’autista, che però sembra non essere mai inquadrato, per lo meno nella versione italiana della pellicola). A ogni modo il Mastroianni/Manoel non è semplicemente un personaggio ispirato al regista, ma è esattamente lui, racconta le sue memorie e ci parla della sua famiglia, del facoltoso padre, dell’amato fratello Casimiro, del Portogallo degli anni ’10 del ventesimo secolo, quello in cui un’estemporanea repubblica stava per essere spazzata via da Salazar e dalla sua feroce dittatura. La forza del lavoro di De Oliveira, come sempre accade nella seconda fase della sua carriera, sono soprattutto i testi: impressionanti certi scambi nei dialoghi, come possono esserlo le riflessioni sulla vecchiaia e sulla memoria di un quasi nonagenario ancora perfettamente lucido, quale è il regista/autore (e sull’agghiacciante solitudine che tale condizione porta con sè); in certi momenti non è fuori luogo sostenere che i dialoghi, sufficientemente didascalici, possano ricordare le atmosfere de Il posto delle fragole bergmaniano (1957). La commozione è pertanto costruita in maniera esemplare, con il picco che viene raggiunto nella visita verso il finale all'anziana zia dell'attore; fra l’altro una didascalia conclusiva suggerisce che anche tale figura sia costruita attorno a una realmente esistente e cioè quella dell’attore Yves Afonso, più precisamente mentre si trovava sul set di O desejado (Paulo Rocha, 1987). Nel cast spicca senza dubbio il protagonista: Marcello Mastroianni, al suo ultimo ruolo; ma anche Jean-Yves Gautier e Leonor Silveira (spesso utilizzata da De Oliveira) sono volti piuttosto noti nel cinema lusitano. Una battuta fulminante, pronunciata dall’attore italiano dopo pochi minuti: “La gioventù cerca la gioventù e, che se ne renda conto o no, si allontana dai vecchi, come la strada su cui viaggiamo si allontana da noi”. Ciò che conosciamo è soltanto il passato, viviamo guardando la strada percorsa dal lunotto posteriore dell’auto su cui viaggiamo: un’inquadratura che ricorre spesso in questo film. Il viaggio (della pellicola, della vita) è quieto e le ombre della nostalgia riescono sempre a essere soffocate da un sorriso di gratitudine: ecco il miglior De Oliveira, ecco la migliore ricetta per non lasciarsi sopraffare dalle ansie della caducità dell’esistenza umana. 7,5/10.

Sulla trama

Un anziano regista, un attore e due amici vagano per la campagna portoghese alla ricerca dei luoghi della vita del primo: ritornano i ricordi e la nostalgia, la disperazione per la vecchiaia e le tante perdite, ma assieme a essi affiora anche una quieta serenità preparatoria all'ultimo viaggio.

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