Regia di Alex Lutz vedi scheda film
71 CANNES FESTIVAL 2018 - SEMAINE DE LA CRITIQUE
L'attore brillante Alex Lutz, protagonista di noti "one man shows" in Francia, ha l'interessante idea di girare un film camuffato da documentario. Immagina di aver saputo dalla madre morente di essere il figlio illegittimo e segreto da questa concepito con il cantante Guy Jamet, ipotetica star della canzone melodica popolare noto nei '60 e tornato alla ribalta nei '90, ora quasi ottantenne ironico e fisicamente ancora in forma, pronto a lanciare sul mercato un nuovo doppio album di inediti e di successi. Il ragazzo si presenta come un giornalista intenzionato a fare un documentario per una serie dedicata ad artisti di vario genere, ed il cantante, non senza perplessità, accetta con qualche riserva.
Per poi aprirsi dinanzi alla camera, sfiorando molte tematiche tra cui anche quella dell'essere padre e che genere di padre. Pensando l'uomo al suo figlio unico ufficiale, ed ignorando la paternità a lui celata dalla madre dell'intervistatore, una giovane fans del cantante nei '70. Lutz ha la bella idea di costruire un film tutto di finzione, ma abilmente camuffato da finto dicumentario.
Poi non manca il piglio ironico, anche se, forse per il fatto di non essere francesi, il film denuncia anche uno svolgimento tutto facili cliché e bilanci risaputo e stravisti. Riuscito come idea, non proprio dirompente ed interessante nel suo scontato svolgimento.
Ma la prestazione veramente straordinaria è quella fornita dal trasformista Lutz (classe 1978) che, adeguatamente "maquillé", riesce a rendere alla perfezione le movenze di in uomo anziano di spettacolo, sornione, greve, sciupafemmine come da copione, umanissimo e fragile pur celandolo in ogni circostanza. L'attore, fantastico riesce a mimare alla perfezione le movenze, i cenni anche più sottotono dell'incedere sicuro ma fragile di un corpo arzillo, ma inevitabilmente affaticato dagli anni, senza mai dare a vedere di essere un giovane cammuffato da anziano. Grande prrstazione trasformista, esemplare minuzia nelle sfaccettature fisiche e comportamentali atte a rendere un uomo scaltro che sa di essere ormai una caricatura di se steesso, ed in fondi se ne compiace. Se il film, piccolo e più curioso che bello, fosse per miracolo al Concorso, a Lutz andrebbe senza dubbio il premio per l'interpretazione maschile più straordinaria.
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