Regia di Camille Vidal-Naquet vedi scheda film
71 CANNES FESTIVAL 2018 - SEMAINE DE LA CRITIQUE
Leo ha 22 anni, non ha una famiglia sotto la quale trovar riparo e conforto, e sfrutta la naturale avvenenza del proprio giovane rigoglioso corpo per sostentare, vendendonsi al piacere di momenti di sesso a pagamento tra le strade secondarie del centro abitato che lo ospita senza una fissa dimora.
Leo cerca invano l'amore tra gli uomini che lo desiderano, e pagano per averlo, ma poi credono di estinguere le proprie responsabilità riparando con qualche banconota a quella che rimane una frettolosa prestazione, se non proprio uno sfogo o un capriccio momentaneo.
Invaghitosi di un collega di colore, debilitato e con gravi problemi di salute accumulati lungo un vivere precario, di stenti e spesso all'aperto, Leo è incapace di seguire il consiglio dell'amico, che lo invita a trovarsi un "daddy" che si prenda cura di lui, imparando, se non ad amarlo, almeno a rispettarlo e a goderne dei benefici pratici e materiali.
Questa coerenza di sentimenti impedirà al ragazzo di poter cogliere l'occasione più opportuna di sistemarsi con un cinquantenne affettuoso, colto ed economicamente benestante che, incontrato per caso in strada, potrebbe riservare a Leo e donargli la sicurezza di un futuro finalmente facile, benché non privo di un minimo compromesso.
Opera prima del regista francese Camille Vidal-Nacquet, Sauvage sa esplorare i confini della disperazione da indigenza e solitudine, descrivendoci un personaggio ben delineato e molto ben reso dalla interpretazione trascinante e drammatica del giovane attore Félix Maritaud.
Valida la scelta dura ed intransigente del regista di non trincerarsi in inutili pudori o falsi ammiccamenti nel descrivere la svendita del proprio giovane corpo a terzi, ma Sauvage rischia più volte di volersi ripetere sin troppo reiteratamente e con eccessivo compiacimento erotico nello spendere sin troppo del suo tempo narrativo a raccontare le sfaccettature piccanti degli incontri sessuali sempre più audaci e creativi a cui viene sottoposto il povero Leo.
Ciò nonostante il film rimane, anche con questo limite, un accettabile, coraggioso esempio di introspezione giovanile e un valido pretesto per descrivere lo sbando di una gioventù senza altre prospettive se non quelle di sfruttare il dono di natura più appariscente ed esteriore, quando presente.
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