Regia di Camille Vidal-Naquet vedi scheda film
A dirigere Sauvage è Camille Vidal-Naquet, regista e sceneggiatore francese. Nato a Nevers nel 1972, ha studiato Letteratura prima di esordire con un lungometraggio sperimentale, Génie, sul linguaggio dei segni. Sono seguiti altri due corti, Backstage e Heady Stuff, che gli hanno spianato la strada per la realizzazione di Sauvage, suo primo lungometraggio, nominato come miglior opera prima ai Premi Cèsar 2019.
Protagonista principale di Sauvage nei panni di Leo è l'attore Felix Maritaud. "Leo è molto solo", ha precisato il regista. "Quando gli viene regalato un cellulare, sottolinea che non ha nessuno da chiamare. La solitudine che vive è anche la sua forza e gli regala libertà, con tutti gli aspetti spaventosi o ammirevoli che ciò comporta. Si tratta di una libertà che gli permette di andare dove vuole e di accettare imposizioni sociali o personali. La strada è la sua normalità e non si lamenta mai del lavoro o delle sue condizioni di vita. Del suo passato non conosciamo nulla: non serve capire com'è finito a fare ciò che fa, mi interessava condividere il suo viaggio e far capire al pubblico la sensazione di abbandono e disorientamento che deriva dall'esclusione sociale. Si tratta per certi versi di un personaggio a metà strada tra la Mona di Senza tetto né legge e il Nick di Nick mano fredda, che non perdono mai la loro umanità nonostante i contesti in cui si muovono. Leo, con la sua innocenza e il suo comportamento infantile, è fuori contesto in un ambiente in cui tutti sono temprati e lottano per sopravvivere".
Tra i personaggi con cui Leo ha una speciale relazione si segnala Ahd, portato in scena da Eric Bernard. Ahd vuole bene a Leo come un fratello ma, a differenza sua, è molto critico. Quello della prostituzione è un mondo contro cui combatte, da cui vuole uscire e che vuole dimenticare.