Trama
Diamantino, calciatore di successo, termina la sua carriera sportiva dopo aver perso il suo tocco magico. Alla ricerca di un nuovo scopo, l'icona internazionale si imbarca in una delirante odissea che lo porta ad affrontare il neofascismo, la crisi dei rifugiati, deliranti traffici genetici e la ricerca sfrenata della perfezione.
Approfondimento
DIAMANTINO: UNA FAVOLA SUL CAOS DEL MONDO MODERNO
Diretto e sceneggiato da Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt, Diamantino racconta la storia di Diamantino, considerato la maggiore star del mondo del calcio che, perdendo il suo tocco speciale, termina la sua carriera in disgrazia. Alla ricerca di un nuovo scopo nella vita, l'icona internazionale intraprende un'odissea delirante che lo porta a confrontarsi con il neofascismo, la crisi dei migranti, la modificazione genetica e la caccia alla fonte del genio.
Con la direzione della fotografia di Charles Ackley Anderson, le scenografie di Bruno Duarte e Cypress Cook, e le musiche di Ulysse Klotz e Adriana Holtz, Diamantino viene così descritto dai due registi in occasione della partecipazione del film alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2018: "Diamantino riesce a mescolare argomenti come il riciclaggio di denaro, la clonazione delle stelle del calcio, le macchinazioni fasciste, gemelli malvagi e cuccioli giganti. Quale può essere il filo conduttore?
Diamantino è un film di fantascienza, un horror, un noir e una commedia romantica. Si può definire una fiaba dark per adulti. Non è però ambientato in una lontana terra, in un ipotetico "c'era una volta", ma si svolge tra i conflitti contemporanei: è la storia di due innamorati sfortunati, nel bel mezzo della crisi dei rifugiati, dei Panama Papers e dell'ascesa dell'estrema destra del XXI secolo. Il caos che si vive nel Duemila si riflette nel film, che come ogni fiaba che si rispetti cerca di divertire e offrire una nuova prospettiva sulle cose grazie all'innocenza di Diamantino, un personaggio che abbiamo voluto semplice, iconico e carismatico. Abbiamo voluto che fosse come Balthazar in Au hasard Balthazar. Abbiamo voluto che la storia d'amore fosse tra due individui improbabili, divertenti e affascinanti, come la Hepburn e il Grant di Susanna. Abbiamo adottato una narrativa politica schizofrenica quasi à la South Park. Ma con il lieto fine come in Cenerentola: Diamantino è un'icona, un mito che si fa avvolgere da un'improbabile storia d'amore, è confuso da una miriade di macchinazioni politiche ma finisce con il vivere felice per sempre.
Il caos del mondo accompagna anche lo stile del film. Ologrammi a basso budget incontrano paesaggi sublimi, le sequenze in cinemascope si alternano a quelle realizzate in 16mm, un filmato di propaganda fascista (proveniente dagli archivi Getty) contrasta con sequenze à la Malick".
Il cast
A dirigere Diamantino sono i giovani registi Gabriel Arbantes e Daniel Schmidt, entrambi al primo lungometraggio. Nato nel 1984 nel North Carolina, Abrantes ha conseguito la laurea in Cinema e Arti Visive alla Cooper Union for the Advancement of Science and Art di New York nel 2006, proseguendo poi con la… Vedi tutto
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- Gran Premio Settimana Internazionale della Critica al Festival di Cannes 2018
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