Regia di Luis Ortega vedi scheda film
71 CANNES FESTIVAL 2018 - UN CERTAIN REGARD
Da un violento incredibile episodio di sanguinosa cronaca criminale, nella Buenos Aires del 1971 seguiamo l'irresistibile escalation di un bellissimo diciassettenne di buona famiglia, rapinatore per caso, o vocazione, e forte di spiccata attitudine ad ottenere tutto ciò che desidera con la massima sfrontatezza, correndo i peggiori rischi, ma beneficiando sempre del miglior risultato possibile.
Carlitos è l'angelo del male che si incarna nel corpo efebico e un po' effeminato di un bellissimo ragazzino timido e riservato, fidanzato distratto di una attraente gemella monozigota che egli non riesce o non vuole distinguere dalla sorella identica, ma in realtà infatuato del suo affascinante compagno di scuola e capobranco Ramon, figlio di banditi che arriveranno ad utilizzare l'innata sfrontatezza ed abilità del biondo riccioluto, per arricchirsi senza troppi rischi.
La storia è vera, ma il bravo regista del precedente suo riuscito Lulù (visto alla Festa romana qualche anno fa), Luis Ortega, riesce a fornirci un complesso, ironico e disincantato ritratto di bandito angelico ma spietato che affascina, sconcerta e diverte. Un film che trasuda erotismo omosessuale senza tralasciare una inquietante ironia di fondo con cui l'autore si preoccupa di ritrarre ogni personaggio, anche secondario, mettendo in luce ipocrisie e falsi pudori che si scontrano mettendo in rapporto la buona società sciocca e bonacciona, con la realtà violenta e spesso impunita di chi ha la possibilità di apparire differente dalla belva che nasconde dentro, ostentando una serenità ed una innocenza che paiono sentimenti genuini, a loro modo puri.
Alla riuscita del bel film contribuisce tutto il cast, che alterna comprimari assai noti come Cecilia Roth e Luis Checco nella parte degli sconcertati genitori dell'angelico demonio, ai validi affascinanti giovani perfettamente resi, nel fisico come nell'atteggiamento, dal biondo femmineo Lorenzo Ferro, e dal macho moro Chino Darin, figlio riconoscibilissimo del divo argentino Ricardo.
Per Ferro, perfetto e sinuoso, perverso senza darlo troppo a vedere, fantastico nei suoi balli sensuali e ritmati eseguiti post-crimine, arriverei ad azzardare un premio come migliore interprete nell'ambito della prestigiosa sezione Un Certain Regard in cui il film è meritatamente stato selezionato.
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