Regia di Vanessa Filho vedi scheda film
CANNES 2018 – UN CERTAIN REGARD - CINEMA OLTRECONFINE
Ragazzini responsabilizzati grazie all’immaturità senza soluzione di genitori deboli, problematici, incapaci di assolvere anche minimamente ad un ruolo che la natura concede anche agli animali grazie ad una reazione istintiva, che qui manca completamente.
Una donna ancora giovane, attricetta-ballerina-donna di facili costumi, rimasta sola anche dopo uno sciagurato e sguaiatissimo matrimonio di facciata e con una bambina di otto anni sulle spalle, un bel giorno fugge con un uomo conosciuto in un locale, lasciando la figlia in balia di se stessa nell’appartamento che le due occupano in riva al mare. L’incontro della ragazzina con un uomo che ebbe tempo addietro occasione di incontrare la madre, la ragazzina intravede nell’uomo quella figura materna di cui la bimba non ha mai potuto giovarsi, e trovando in cambio dal ragazzo quella comprensione e tenerezza che, in quel drammatico momento di abbandono, rendono particolarmente vulnerabile la povera bambina.
L’esordiente Vanessa Filho ci conduce lungo un drammatico tunnel di sopravvivenza, ove la rincorsa alla salvezza, non solo materiale, ma anche emotiva, corroborata dalla ricostituzione di un equilibrio familiare almeno solo precario, rappresenta il percorso espiativo di una bimba senza colpe, costretta ad una maturazione precoce, contro natura, laddove la sua genitrice la abbandona a se stessa nel suo ultimo, sconsiderato ma non certo non deliberato atto impulsivo volto a reindirizzare il proprio percorso alla deriva.
Complice in modo sin gradevolmente ruffiano un paesaggio marino poetico e selvaggio, e l’attrice più lanciata internazionalmente del cinema francese (magnifica Marion Cotillard), Gueule D’Ange risulta un diario accattivante di un percorso nel baratro dell’abbandono, che tuttavia, nonostante alcune valide argomentazioni in grado di avvincere, non riesce in effetti a conquistare completamente.
Certo l’attrice, di fatto nemmeno protagonista assoluta della vicenda, fagocita verso di sé ogni attenzione e ci incanta nel suo repertorio di dannazione senza rimedio, verso cui precipita a dirotto il suo personaggio di donna perdente e sconfitta a priori.
Le tiene testa validamente la piccola graziosa Ayline Aksoy.Etaix, nel ruolo della sventurata figlia lasciata completamente abbandonata al suo destino, mentre nel ruolo del terzo protagonista, un padre fortuito ma perfetto, ci piace ritrovare quell’espressivo Albain Lenoir dallo sguardo triste e dolente, perfettamente attinente con le drammatiche scellerate circostanze. In parti minori, nel ruolo degli uomini che fanno da pedine alla eccentrica irresponsabile e ultracolorata mamma, troviamo Stéphane Rideau e l'italiano assai più noto oltralpe Stefano Cassetti.
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