Regia di Lukas Dhont vedi scheda film
Un film bello e triste come lo sguardo di Lara, la giovane protagonista nata in un corpo di maschio che non sente più suo ma con cui è costretta a convivere in un doloroso percorso di conquista della sua innata femminilità
Un piccolo grande film che, in un minimalismo che si adatta perfettamente alla storia raccontata, riesce a trasmettere emozioni e difficilmente a lasciare indifferenti. Merito indubbiamente del giovane protagonista, adolescente nato maschio ma co-stretto in quel corpo che non sente suo e che cerca in tutti i modi di nascondere nel tentativo di far emergere la sua innata femminilità. Ma merito anche del regista che non segue scorciatoie, non appesantisce la storia di vicende di contorno, non cerca di dare una spiegazione o un'interpretazione che risulti troppo soggettiva. Ne risulta così un film oggettivamente bello e triste, come lo sguardo di Lara che sorride alla vita ma che ha un velo costante di malinconia anche quando affronta le mille difficoltà di un corpo che non si adatta nemmeno alle cure ormonali e che non ne vuole sapere di rendergli quella sessualità che mentalmente sente già sua. C'è anche la cattiveria di qualche amica che vuole a tutti i costi vedere quel corpo anomalo, ma anche la solidarietà della famiglia e l'amore di un padre rimasto solo che cerca in tutti i modi di aiutare il figlio in questa difficile transizione. E così Lara trova compensazione in una tenacia quasi autodistruttiva nel cercare di diventare ballerina classica, nonostante le cure ormonali rendano il suo corpo ancora più fragile e indifeso, e la psiche venga travolta da depressione e voglia di farla finita. Un'ottima pellicola su un tema tanto delicato quanto di difficile trasposizione sullo schermo senza scivolare in luoghi comuni o in inutili eccessi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta