Regia di Hsin Yin Sung vedi scheda film
Chi è una taiwanese quarantenne che fa ritorno a casa, nella tanto propizia e malinconicamente agognata via della Felicità, quando dagli Usa, dove vive e lavora, e sta attraversando pure una seria crisi coniugale col marito americano che non vuole bambini, riceve la malaugurata notizia della morte dell'amata nonna.
Il ritorno al vecchio clima casalingo abbandonato da tempo consente alla donna, grazie anche a efficaci sogni premonitori ad occhi aperti con la vivace e saggia nonna come protagonista, fluttuante magicamente su una gallina dell'orto, di maturare la decisione più saggia in merito al da farsi a proposito del suo incerto futuro. Una decisione pienamente appoggiata dal suo singolare e buffo nucleo familiare.
Attraverso un complicato, ma funzionale intrigo di flashback utili ad illustrare i percorsi a volte artificiosi, più spesso avventurosi ma efficaci, della memoria associativa della protagonista dall'infanzia ad oggi, On happiness Road ci stupisce con un disegno solo apparentemente puerile, vivo di colori e sfumature fantasiose ma pure coerenti con la realtà quotidiana schietta e semplice, in grado di rappresentare alla perfezione valori e gli stati d'animo intrinseci e privati come l'orgoglio, la autodeterminazione, la volontà di non deludere i bizzarri ma amorevoli genitori, nel contesto di un quartiere popolare che il tempo ha modificato solo nei dettagli, ma di fatto quasi solo esteriormente.
Commovente, a volte confusionario e caotico come lo è la vita oggi, il bel film di Sung Hsin Yin, autobiografico per stessa ammissione della regista, presente in sala a presentare la sua notevole opera d'esordio, celebra quarant'anni di storia taiwanese, ma lo fa attraverso una profonda introspezione individuale e personale che parte dal proprio intimo. Una sfida mica poco per davvero! Complimenti!
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