Regia di Loy Arcenas vedi scheda film
20 FEFF UDINE
Candida e Paula sono le due figlie eredi di un pittore di gran fama, anziano e malato, che si è dato pena di ultimare l'ultima sua opera, desiderando donarla ad entrambe le ragazze, ancora nubili e alloggiate nella patrizia ma un pò devìcaduta dimora del genitore.
L'opera desta l'interesse di tutta la Manila, e le offerte per accaparrarsi l'opera cominciano a piovere come razzi fragorosi sulla coscienza delle due donne, intenzionate a serbare con sé quella che sarà l'ultima opera paterna, tenuto anche conto che il genitore, durante la gestazione dell'opera, in preda allo sconforto, tentò pure di suicidarsi.
Ad allettare con insistenza le due sorelle a far fruttare quell'ultimo agognato capolavoro, ci s mette un pianista un pò grossolano, tornato a casa delle due mempore di un passato felice e spensierato con cui trascorreva le gornate pure lui in villa. Costui metterà in contatto le sorelle con un potenziale acquirente, creando i presupposti di un vero mercato al rialzo nei confronti del misterioso quadro, i cui dettagli ci sono centellinati con accurata dovizia, come quasi a indurre a creare una sorta di suspence.
Adattando un musical del 1997, il regista filippino Loy Arcenas dà vita ad uno dei rari musical provenienti da quel paese: un oggetto quasi alieno, dunque nsolito e prezioso, che solo grazie ad iniziative coraggiose come il FEFF è stato possible riuscire a far entrare nel nostro circuito, seppure per una sola ed unica, ma ufficiale occasione.
Tutto pressoché cantato, il flm si giostra con stile teatrale all'interno di stanze patrizie che tradiscono una senilità e un rigoroso volontario chiudersi verso un passato ricco di bei momenti, di prosperità materiale ed ispirazione artistica, che ora manca inesorablmente, restando orma le due sorelle arroccate verso un mondo orma nerte dìfatto solo d ricordi e di svendita di oggetti e cmeli d un passato sempre più lontano ed irraggiungibile.
Belle scenografie pervade da colori seppiati che ricostruiscono e danno voce alla tradizione e ad una ostilità irreversibile a guardare al passato, atteggiamento quasi protettivo e istintivo di due sorelle spaventate dalle incognite di un futuro incerto e addolcire dai ricordi di una antica ed ormai trascorsa felice prosperità familiare.
Il film, dispensatore anche di una sagace ironia di fondo, comunica tutte queste sensazioni con una palpabilità concreta ed efficace, ed è a tutti gli effetti una gemma rara, certo di non facile e lineare visone lungo le sue oltre due ore tutte pressoché cantate, ma anche una sfida registica che conferma il coraggio di una parte della cinematografia filippina a non votarsi al prodotto commerciale, per dedcarsi invece ad un lavoro di nicchia perfettamente e profondamente legato ed incentrato sulla storia e le tradizioni della propria esperienza sociale e tradizione culturale antica e incastnata nella storia di quel paese.
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