La recensione su The Outlaws

di alan smithee

4 stelle

20 FEFF Udine

Gangsters all'aria bianca a Seoul.

Ad inizi nuovo millennio un rude e corpulento poliziotto si gode il vantaggio labile ma effettivo di essere riuscito, a suon di botte e pugni, a metter pace tra i quartieri più malfamato e poveri della capitale sudcoreana.

Il sopraggiungere tuttavia di un nuovo malvagio strozzino riporta il caos tra le vie e gli esercenti dei punti commerciali, tornati nuovamente ad essere angheriati dalle pretese usuraie del Villani.

Sulla falsariga di una vera lotta criminale tra bande, The Outlaws non si presenta né vuole ambire ad essere un film di denuncia, ma un puro prodotto di intrattenimento giocato su botte da orbi e duelli all'arma più affilata.

Necessaria ed inevitabile al carattere un po' goliardico, un po' action del gangster movie, la massiccia presenza scenica della star-peso massimo Ma Dong-seok, notissimo in patria, apprezzato all over the world grazie al successo internazionale dello zombie-movie Train to Busan.

Ma il film appare anche lungo e sufficientemente prolisso per suscitare spesso una sensazione di tedio che nemmeno il montaggio serrato e un'azione filmata con la potenza ed il ritmo di una stidiata coreografia, riesce ad evitare.

E i pugni e le botte, che ricordano situazioni fracassone e fragorose tipiche della fisicità umoristica e sganassona alla Bud Spencer, sono orchestrati con realismo e dovizia di particolari, senza tuttavia riuscire ad evitare di farci pensare ad una eccessiva ripetitività del giochino ad incastro, sin troppo complesso per un action in fondo senza pretese. In patria il film è stato tuttavia in campione di incassi, risultando al terzo posto come introiti cinematografici nell'anno 2017.

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