Regia di Soon-rye Yim vedi scheda film
Percorso di consapevolezza che matura al ritmo lento del passare delle stagioni.
Film delicato, vive di ritmi lenti e meditati.
Parla di crescita, distacco, radicali scelte di vita.
Viviamo un anno con la protagonista, tornata nel paesino immerso nella natura dove è cresciuta, dopo aver passato alcuni anni a Seul, a studiare e lavorare.
Forte per lei é il richiamo della casa dove è stata felice, con sua madre, madre che ha deciso di andarsene(per sempre?) senza dire nulla, poco prima che lei partisse per l' università.
"Sono tornata perché avevo fame" dice a un certo punto la protagonista, fame dei suoi sapori, entrati nel cuore perché significano famiglia(i piatti che sua madre le cucinava altro non erano che dimostrazioni di amore), sapori impossibili da trovare nei prodotti preconfezionati e incolori della città. Questo legame forte con il cibo(condiviso semplicemente con amici), ne vedremo tanto durante lo svolgimento del racconto(viene fame e voglia di cucinare durante la visione, sembra di sentire il profumo dei piatti), con la natura, il senso della pazienza, la pazienza di aspettare che un seme germogli, la pazienza obbligata che la cura della terra impone segna il passo di questa storia che placidamente ci entra nel cuore facendoci anche riflettere sulla frenesia e lo stile delle nostre vite.
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