Regia di Sung Kee Chiu vedi scheda film
La recente storia di Hong Kong ricostruota attraverso due episodi che collegano e proiettano i protagonisti attraverso un lasso temporale in grado di collegare un passato non lontano, con un futuro ormai imminente.
Nel 1967, in piena Rivoluzione Culturale cinese, che rese succube e vittima di stati d'assedio questo distretto territorriale morfologicamente cinese, ma amministrativamente dalla prime della metà del 1800 e fino al 1997 a tutti gli effetti colonia britannica, la vasta città che si affaccia sulla costa meridionale della Cina, fu pervasa da moti insurrezionali popolari e di ispirazione operaia, nei confronti della dominazione capitalistica di ispirazione Occidentale. A farne le spese, come sempre, la popolazione, inerme contro le bombe, gli atti dimostrativi tutt'altro che pacifici, di cui la massa rimane succube e prima vittima, anche quando manifesta per la salvaguardia di qualcosa di sacrosanto e altrove ampiamente radicato e consolidato.
Incrociamo le vite di due ragazzi, la bella Lai-wah, e il rude Chun-man, molto legati pur nella diversità che li caratterizza, lei filo-occidentale, con le sue frequentazioni d'elite, lui molto proletario nei fatti e nelle ideologie,
Ciò non toglie che entrambi vengano attivamente coinvolti nei moti antigoverntivi, e per questo imprigionati, una volta catturati, alla stregua dei più pericolosi e irriducibili criminali del paese.
Ritroviamo gli stessi interpreti, nel prossimo ed ormai imminente futuro (nel 2019), nelle vesti di due unanattivista che è appena stata rilasciata dal carcere, e di un attivista che la accoglie assieme ad un amico, impegnati entrambi a far valere i diritti degli agricoltori, impegnati a battersi contro la potente ed imperante speculazione edilizia che vede i promi soccombere a favore della classe imprenditoriale cinica ed incurante degli interessi di una economia povera, ma saltamente e tradizionalmente radicata a livello locale.
Probabilmente funziona, nel film, maggiormente la parte inerente la documentazione storica di ciò che è realmente successo, piuttosto che l'angolo riservato al prossim futuro, in cui la teoria appiattisce e rende meno efficace quel senso di denuncia che il film tuttavia si impegna a sostenere, dando al raffronto di due epoche relativamente lontane, un senso di continuità di ideali ed ispirazione che rimane immutato ed impellente, invettiva sentita ed accorata contro ogni forma di capitalismo spregiudicato, famelico ed incurante degli interessi di massa di una massa sempre più vasta di persone ridotte alla pura sussistenza.
Piccolo budget, che costringe a soluzioni e strategie che in fondo si rivelano gli elementi vincenti del film: una fotografia in bianco e nero che accomuna gli episodi e rende il fascino di due epoche accomunate dalle medesime necessità rivendivative, e primi piani insistiti laddove certi sfondi troppo contemporanei o troppo poco futuristi, avrebbero richiesto accorgimenti scenografici impensabili ed irraggiungibili a fronte del budget risicato effettivamente disponibile.
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